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Taranto, arrestato un ufficiale della Marina militare: intascava una tangente di 2mila 500 euro
Manette anche per l'imprenditore delle pulizie Vincenzo Pastore. Il Comando sospende dal servizio il comandante della base di Maricommi, Giovanni Di Guardo. Indagine su un appalto da 11 milioni di euro
TARANTO. Un alto ufficiale della Marina militare italiana, il capitano di vascello Giovanni Di Guardo comandante della base di Maricommi di Taranto è stato arrestato in flagranza con l'accusa di corruzione nella serata di mercoledì 14 settembre dalla guardia di finanza insieme all'imprenditore Vincenzo Pastore, sindaco di Roccaforzata e presidente della società cooperativa Teoma che si occupa di pulizie.
Secondo quanto trapelato, l'imprenditore è stato sorpreso mentre corrompeva con una mazzetta da 2500 euro il comandante della base di Maricommi, la direzione del commissariato che si occupa della gestione finanziaria e delle forniture per la Marina a Taranto. I militari hanno sottoposto a fermo l'ufficiale e l'imprenditore e successivamente il sostituto procuratore Maurizio Carbone ha decretato l'arresto dei due che sono stati trasferiti in carcere. Gli arresti sono maturati dopo appostamenti e pedinamenti avviati mesi fa nell'ambito di un'indagine su un appalto per il servizio di pulizie da 11 milioni di euro.
La Marina militare, in una nota dedicata alla lotta alla corruzione, comunica che l'ufficiale è stato in via precauzionale sospeso dall'impiego e che sono tuttora in corso le attività investigative da parte degli inquirenti. Ribadendo il proprio pieno sostegno all'azione della magistratura, la Marina comunica di aver "incrementato al proprio interno le attività ispettive e di controllo finalizzate a prevenire e contrastare il fenomeno della corruzione per garantire la massima trasparenza e a salvaguardia del personale che presta quotidianamente servizio con spirito di sacrificio e senso dello Stato, compiendo il proprio dovere anche a rischio della vita".
La base di Maricommi Taranto è già stata teatro di clamorosi arresti in flagranza. La magistratura tarantina a marzo scorso ha chiuso le indagini sul cosiddetto sistema "del dieci per cento", un presunto giro di tangenti estorte agli imprenditori dell'appalto dai vertici della base. Undici gli indagati per concussione, dall'ex direttore della base, Fabrizio Germani, agli ex vice direttori
Marco Boccadamo, Giuseppe Coroneo e Riccardo Di Donna. Stessa accusa per gli ex comandanti del 4° e 5° reparto, Roberto La Gioia, il primo ad essere arrestato a marzo 2014 dai carabinieri mentre intasca una tangente, Giovanni Cusmano, Alessandro Dore e Giovanni Caso. Secondo l'accusa chiedevano il dieci per cento fisso sull'importo di appalti per forniture di carburanti o servizi, minacciando di rallentare i pagamenti o escludere le aziende dal giro d'affari.
Edited by giusy.76 - 16/9/2016, 07:01. -
giuliana1971.
User deleted
grazie x l info.. . -
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Bimba 2 anni ingoia palloncino e muore
Giocava in casa nel Messinese alla presenza dei genitori
MESSINA, 17 SET - Una bambina di due anni, figlia di una coppia di stranieri, è morta la scorsa notte a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) soffocata da un palloncino gonfiabile che aveva messo in bocca mentre giocava. E' accaduto intorno alle 22,30. I genitori hanno cercato di estrarre il palloncino ma non ci sono riusciti; sono corsi all'ospedale della città, dove la piccola è arrivata in condizioni disperate ed è morta. Indagano i carabinieri.. -
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ma perchè fanno giocare i bambini piccoli con i palloncini?sono pericolosi anche per i più grandicelli,pensa perchi ha 2 anni . -
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Taranto, 24enne muore folgorato da condizionatore: si era appeso per scappare dalla polizia
TARANTO - Un giovane incensurato, Raimondo Mandalà, 29 anni, originario di Palermo, è morto folgorato, aggrappato ad un condizionatore d’aria, in vico Scarci nel cuore della città vecchia di Taranto. Secondo una prima ricostruzione non ufficiale, il giovane stava scappando dagli agenti della squadra Falchi della Polizia di Stato. Era inseguito, probabilmente per un controllo antidroga, al quale ha tentato di sfuggire in tutti i modi.
La vittima è Raimondo Mandalà, incensurato originario di Palermo ma sospettato di essere uno spacciatore. Diversa la versione degli agenti: "Stavamo perquisendo una casa quando c'è stato il tonfo"
Alla vista degli agenti in moto, Mandalà sarebbe fuggito in un vicolo strettissimo. Poi il giovane è entrato nel portone di uno stabile e salito al primo piano ma l’unica via d’uscita che ha trovato è stato un balconcino. Da lì si sarebbe lanciato nel vuoto, cercando di aggrapparsi al balcone di fronte, ma l’unico appiglio che ha trovato è stato il motore di un condizionatore d’aria. L’apparecchio elettrico ha ceduto e un cavo elettrico rimasto scoperto lo ha folgorato.
Vani i tentativi di rianimazione da parte dei medici del 118. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri, coordinati dal magistrato di turno. La dinamica dell’episodio tuttavia resta ancora da chiarire. In un comunicato la polizia spiega che una pattuglia della Squadra mobile era in giro di perlustrazione nella città vecchia, impegnata in una perquisizione all’interno di una abitazione di
vico Scarci.
Secono la ricostruzione degli agenti la proprietaria dell’appartamento oggetto di perquisizione ha richiamato l’attenzione degli agenti riferendo di aver sentito un forte tonfo che proveniva dal ballatoio dello stabile. Gli agenti accorsi sul posto hanno trovato il corpo del Mandalà riverso sulle scale. “Dai primi rilievi del medico legale le cause del decesso sono riconducibili a trauma da precipitazione” scrive la polizia.