Notizie generali dal mondo

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  1. flavia64
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    sentire ste notizie mi mette molta rabbia..
     
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  2. *Lilly*
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    La situazione sta diventando sempre più difficile, e il fatto che molti paesi si girano dall'altra parte e se ne lavano le mani mi fa una rabbia incredibile.
    Vanno aiutati, perchè non possiamo lasciarli morire, ma bisognare dividere anche il bene dal male.
     
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  3. giuliana1971
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    grazie per l info
     
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    Muore a scuola perchè messo in punizione senza il suo inalatore




    Nasar Ahmed, un ragazzo di soli 14 anni, è morto per essere stato privato del suo inalatore dopo essere stato messo in punizione, giovedì scorso, nel seminterrato della sua scuola, la Bow School di Hamlets, a est di Londra.

    Costretto a rimanere nel seminterrato della sua scuola
    Scotland Yard vuole vederci chiaro e fare chiarezza su una storia che ha visto un ragazzo di soli 14 anni perdere la vita per via di una punizione che, tra l’altro, pare non meritasse nemmeno. Il ragazzo, era stato costretto a trascorrere tutta la giornata nel seminterrato della sua scuola per aver rovesciato a terra dei bidoni. In realtà, i compagni affermano che Nasar non c’entrava nulla, anzi, si trovava lì in quanto due ragazzi, responsabili dell’accaduto, lo stavano picchiando.

    L’attacco d’asma e la corsa in ospedale
    Nasar ha invano supplicato il personale scolastico di poter avere il suo inalatore, ma nessuno si è preoccupato di farglielo avere. Così il 14enne, in preda all’asma e colto da un attacco di panico, si è sentito male. L’ambulanza è stata chiamata solamente quando le sue condizioni erano ormai peggiorate. Sul posto è accorso anche il padre che, precedentemente avvisato della punizione del figlio, è stato successivamente ricontattato per essere messo al corrente dell’attacco d’asma che lo aveva colpito. Giunto sul posto si è ritrovato ad assistere alla sconvolgente scena dei medici che tentavano di rianimare il figlio. Trasportato d’urgenza Royal London Hospital, i medici hanno fatto di tutto per salvare la vita del ragazzo, ma a nulla sono valsi i vari tentativi, come l’utilizzo di macchinari per la respirazione artificiali. Il cuore di Nasar ha cessato di battere lunedì scorso.

    La polizia indaga per scovare i responsabili
    Nasar viene descritto da tutti i suoi compagni come un ragazzo dolce e gentile. Adesso la polizia sta indagando per risalire ai responsabili di questa atroce tragedia, che poteva essere evitata. Cath Smith, la preside dell’istituto, in merito a quanto accaduto, afferma: “L’intera comunità scolastica invia i suoi pensieri e le sue preghiere al ragazzo e alla sua famiglia. Continueremo a offrire un sostegno ai familiari, ai suoi compagni e agli insegnanti in questo momento molto difficile. Naturalmente, coopereremo pienamente con l’inchiesta sulla dinamica di questa tragedia ed effettueremo noi stessi un’indagine interna approfondita”. Un portavoce della polizia ha invece dichiarato: “Siamo stati informati domenica della vicenda. L’autopsia avrà luogo a tempo debito, per ora il decesso viene trattato come ‘inspiegabile’. I funzionari di Tower Hamlets stanno comunque conducendo una serie di indagini”.

    Qualora si facesse luce sulla vicenda, nessuno restituirà la vita a Nasar, morto per via di una punizione a scuola, nonostante i suoi problemi d’asma pare fossero ben noti in tutto l’istituto.
     
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    Diciottenne bruciato dalla sua stessa famiglia: "è omosessuale"


    Malik ha 18 anni, vive in Azerbaigian e lo scorso 12 agosto è stato punito dalla sua famiglia per essere omosessuale in maniera atroce.

    La notizia è stata resa nota dall’Alleanza LGBT dell’Azerbaigian, un’organizzazione per la difesa dei diritti degli omosessuali di cui lo stesso Malik faceva parte.

    Nei due mesi precedenti all’aggressione, Malik aveva ricevuto numerose intimidazioni su Facebook da parte di una persona che minacciava di rivelare la sua omosessualità. Lo scorso 12 agosto la minaccia si è concretizzata: una foto che ritraeva il giovane ragazzo mentre partecipava ad un gay pride è stata inviata alla famiglia.

    Non accettando l’omosessualità del figlio, la famiglia ha deciso di punirlo in modo esemplerare. Dopo averlo riempito di botte hanno cercato di bruciarlo vivo con la benzina. Malik è riuscito a scappare e ora si trova in un posto sicuro, senza nulla con sé, nemmeno i documenti necessari per espatriare.

    Malgrado l’Azerbaigian sia un paese laico che non riconosce l’omosessualità come reato dal 2012, la componente musulmana della popolazione conserva una forte ostilità riguardo a questo tema. La maggior parte degli omosessuali del paese sono costretti a nascondere la propria identità sessuale, sia per ragioni familiari, come nel caso di Malik, che lavorative proprio per evitare ogni possibile discriminazione.

    Lo scorso gennaio un altro caso aveva suscitato numerose polemiche: il suicidio del leader del Gruppo LGBT liberi dell’Azerbaigian, il ventenne Isa Shakhmarli, il quale si era impiccato con una bandiera arcobaleno, lasciando scritto “Non sopporto più di vivere in questo Paese e in questo mondo. Siete tutti colpevoli per la mia morte, questo mondo non sa maneggiare i miei veri colori“. A pochi giorni dalla sua morte, durante il funerale, gli abitanti della zona hanno lanciato delle pietre sulle auto dei partecipanti come segno di dissenso con la scelta di seppellire il corpo di un omosessuale nel loro stesso cimitero.

    Questi episodi di omofobia hanno indotto la comunità LGBT a proporre un disegno di legge per la protezione delle minoranze sessuali; inoltre le organizzazioni che operano a favore dei diritti degli omosessuali chiedono che ci sia un’educazione più aperta all’interno delle scuole e che il 22 gennaio venga riconosciuto come “giorno dell’orgoglio gay”, in memoria del suicidio del leader del gruppo.
     
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    Che vergogna.
    Povero ragazzo
     
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  8. flavia64
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    ma dico io si può morire così.....
     
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  9. flavia64
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    concordo!
     
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    Bambina di 3 anni "mangiata viva" dall'herpes




    Sienna Duffield è una bambina di 3 anni, originaria di Gloucester, una cittadina dell’Inghilterra. Circa un anno fa, un parente le ha dato un bacio sulla guancia e le ha trasmesso l’ herpes. Questo virus ha praticamente mangiato viva Sienna: infatti le ha letteralmente invaso il viso.

    Il racconto della madre
    Savina French-Bell, la madre 21enne, ha deciso di raccontare al Daily Mail la storia di sua figlia. “Sienna è stata letteralmente mangiata viva dall’herpes. È venuto fuori dal nulla nel giorno del suo secondo compleanno quando sono iniziate a svilupparsi delle ulcere nella bocca. Sembrava quasi che qualcuno le avesse tirato dell’acido in faccia. Pian piano l’infezione si è diffusa dalla bocca alle guance e, poi, fin sopra agli occhi”. Savina ha, inoltre, raccontato che sono stati 8 mesi orribili. Sienna, infatti, ha smesso di mangiare e, per questo motivo, è stata alimentata con delle flebo. C’era anche sangue ovunque a causa dell’infezione. La madre è stata costretta a lavare tutti i giorni le lenzuola del letto della figlia e a buttare via i suoi vestiti.

    Le visite e la cura
    Il giorno dopo il suo compleanno, Sienna è stata ricoverata in ospedale dove hanno, appunto, cominciato con le flebo per alimentarla. La bimba non poteva neanche mangiare certi alimenti o bere determinate bevande. I genitori hanno cercato creme e antibiotici per prevenire ulteriori peggioramenti delle condizioni. In seguito, Sienna è stata portata in una clinica privata per fare altre analisi tra cui delle prove allergiche. Questi test, però, hanno rivelato che la bimba non soffriva di nessuna allergia e ciò ha lasciato perplessi i medici sul motivo della comparsa delle bolle. I dottori, a questo punto, hanno pensato che fosse un grave caso di eczema. Solo successivamente Savina ha pensato che si potesse trattare di herpes. I medici hanno comunque prescritto una cura di antibiotici a base di fluocloxacillina.

    Le attuali condizioni di salute della bambina
    Grazie a questa cura durata diversi mesi, Sienna sta nettamente meglio: l’infezione, infatti, sembra essere passata. I genitori hanno ammesso che il volto della figlia non era mai stato così pulito dall’herpes. I medici, tuttavia, hanno dichiarato che quest’infezione potrebbe ritornare in futuro. La madre ha ammesso che è una bella sensazione poter uscire nuovamente senza avere nessuno che guarda la propria figlia con aria schifata o di disprezzo. Sienna, infatti, era quotidianamente presa in giro dalle persone che la osservavano.
    Oggi Savina ha un messaggio per gli altri genitori: “Io e mio marito vogliamo che tutti sappiano la sua storia perché, da genitori, capiamo quanto è dura vedere un figlio soffrire. Quel che conta è crederci e non mollare anche quando le cose sembrano disastrose”. Non arrendersi mai di fronte alle difficoltà della vita: questo, in poche parole, hanno imparato Sienna e i loro genitori da questa brutta esperienza.
     
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    Vendono la figlia appena nata per comprarsi l'IPhone


    Una storia che ha dell'incredibile, ma a volte la realtà supera l'immaginazione. Una neonata, di appena 18 giorni, è stata venduta tramite un sito web. Questo è quanto accaduto in…

    La notizia fa il giro del mondo
    La notizia fa il giro del mondo immediatamente. A diffonderla il Daily Online, il Metro e in Italia, il Messaggero. Stando a quanto riportato dalle testate giornalistiche, la coppia di giovanissimi, entrambi 19enni, avrebbe preso la decisione in comune accordo. La vendita della bambina era sembrata l’unica soluzione per risolvere le difficoltà economiche in cui i due giovani versavano. La donna ha dichiarato, infatti, che il marito da molto tempo non trovava un’occupazione e che trascorreva tutte le sue giornate negli internet caffè. I soldi ricavati dalla “vendita” della neonata sarebbero serviti per beni di prima necessità, dichiarerà l’uomo dopo l’arresto, anche se gli oggetti del desiderio sopracitati sembrano smentire questa affermazione.

    A denunciarli, lo stesso acquirente
    “Anch’io sono stata adottata – ha detto, invece, la donna dopo il fermo. Afferma che in Cina sia prassi vendere i propri figli a famiglie più agiate per garantire loro un futuro migliore. “Dalle mie parti molte persone cedono i loro figli per risolvere i loro problemi, non sapevo fosse illegale”. Ma, alla fine, la legalità ha fatto il suo corso e la coppia di giovani è stata arrestata dalle autorità. L’uomo è stato condannato a 3 anni mentre la donna a 2 anni e mezzo. A denunciarli lo stesso acquirente della neonata. Al momento la bambina è stata affidata alle cure della sorella dell’acquirente.
     
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    Gb, giudici ordinano ibernazione post mortem di una 14enne



    LONDRA – Si può pensare alla fantascienza. Oppure al cinema: dalla commedia, Il dormiglione di Woody Allen, al dramma, 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Invece questa volta si tratta della realtà. JS, iniziali di una ragazza di 14 anni morta di cancro il mese scorso, ha ottenuto da un giudice dell’Alta Corte di Londra l’autorizzazione legale a farsi ibernare dopo il decesso: un procedimento noto come criogenesi, che ha comportato la preparazione e quindi spedizione del suo corpo negli Stati Uniti, dove verrà preservato a bassa temperatura 'in eterno'. O, come sperava la ragazza, fino a quando la scienza non troverà il modo di risvegliarla e ridarle la vita, 'magari fra centinaia di anni'.

    Un caso senza precedenti in Gran Bretagna, e forse il primo al mondo. Si ritiene che meno di 100 individui in tutto il pianeta abbiano finora fatto ricorso all’ibernazione, possibile in un pugno di appositi centri, prevalentemente negli Stati Uniti. Un po' perché l'idea di morire e risvegliarsi in futuro sembra appunto fantascienza. Un po' perché costa cara: circa 200mila dollari. Ma la vicenda britannica è inedita perché ha richiesto la sentenza di un magistrato. Motivo: i genitori della ragazza, divorziati da tempo, avevano idee opposte. La madre era favorevole alla richiesta della figlia, per permetterle di morire con almeno una speranza. Il padre si opponeva, affermando – secondo quanto riportano i giornali – che la sua bambina, nell’ipotesi di potersi risvegliare fra 200 o 300 anni, si sarebbe trovata sola, 14enne, in America, senza un soldo, senza conoscere nessuno e probabilmente senza neppure ricordare nulla di se stessa. "Che vita sarebbe, ammesso che sia possibile tornare in vita?", avrebbe detto il genitore.

    Il dilemma è finito nelle mani di Peter Jackson, giudice dell’Alta Corte londinese. Il quale ha visitato JS in ospedale ed è rimasto "toccato dall’animo coraggioso con cui ha affrontato la sua sorte". Non era suo compito esprimersi sull'ibernazione, bensì soltanto decidere se dare ragione al padre o alla madre. Secondo la legge britannica, un minorenne non può fare testamento, e le disposizioni riguardo al corpo comprendono anche una decisione di questo genere. Serve dunque un tutore, qualcuno che decida per il minore, e il magistrato ha deliberato che spettasse alla madre, la quale ha approvato la volontà della figlia. Il padre, che non vedeva la famiglia da sei anni, ha chiesto di poter incontrare JS prima che morisse, ma lei ha rifiutato. L'uomo ha fatto in tempo a farle sapere che, alla fine, anche lui, dopo la sentenza dell’Alta Corte, si è detto d’accordo a rispettare la volontà della ragazza e ad accettare la decisione di farsi ibernare.

    Prima di spirare, JS aveva scritto una lettera al giudice, dicendo che auspicava di poter "vivere più a lungo" in un imprecisato futuro e chiedeva perciò di "non essere sotterrata". La ragazza aveva appreso da sola l’esistenza della tecnica della 'criopreservazione', informandosi su internet negli ultimi mesi di vita, augurandosi di poter essere risvegliata 'tra qualche centinaio di anni'. Il tribunale ha stabilito che la sua identità e quella dei genitori non fossero rese note, perlomeno fino alla notizia della morte, che è stata data soltanto ieri anche se risale ad ottobre. Si sa che JS viveva con la madre nei dintorni di Londra e che la sua famiglia non è particolarmente agiata: ha trovato i fondi necessari all’ibernazione attraverso un’associazione di beneficenza. L'ospedale in cui era ricoverata durante la fase terminale della malattia – una rara forma di cancro – ha accettato di collaborare, come era necessario, per predisporre il corpo per la criogenesi prima che venisse trasportato negli Usa, ma i medici si sono dichiarati contrari in linea di principio a un procedimento di questo genere. I media inglesi commentano che, se le richieste di farsi ibernare aumentassero, il parlamento e la magistratura dovrebbero probabilmente intervenire per legiferare in materia, fornendo un codice etico. Le prime reazioni alla notizia includono proteste da parte di associazioni religiose secondo cui è ingiusto cercare di prolungare la vita e aspirare a 'rinascere'. Gli scienziati sono divisi. Alcuni affermano che in futuro potrebbe diventare possibile 'scaricare' su computer la memoria e la coscienza umana, per poi caricarla di nuovo sul cervello dopo un ipotetico risveglio. Altri ritengono che, anche così, non sarebbe possibile recuperare completamente una piena coscienza di sé. Ai posteri, è il caso di concludere, l'ardua sentenza.
     
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  13. flavia64
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    grazie per tutte queste notizie
     
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    "Lapo Elkann simula sequestro, arrestato a New York"



    Lapo Elkann e' stato arrestato e poi rilasciato dalla polizia di New York per aver simulato un sequestro allo scopo di ottenere dalla famiglia 10mila dollari dopo aver speso tutto il insieme a un escort con cui avrebbe fatto due giorni di bagordi a Manhattan consumando alcol e droga: lo scrivono tre testate Usa, citando fonti di polizia. L'accusa e' di falsa denuncia. Fonti vicine a Lapo interpellate dall'ANSA dichiarano "di non avere nulla da commentare o da aggiungere alla notizia circolata".

    Stando a quanto riportato da New York Daily News, Daily Beast e Hollywwod reporter, il nipote di Gianni Agnelli e imprenditore nel mondo della moda sarebbe sbarcato a New York giovedì per la festa del Thanksgiving, contattando un escort di 29 anni (una donna transgender, secondo il New York Daily News) e trascorrendo con lui due giorni di eccessi tra alcol e droga (marijuana e cocaina). Finiti i soldi, l'escort avrebbe pagato per altra droga ed Elkann avrebbe promesso di restituire i soldi. Poi, sempre secondo i media Usa che citano fonti della polizia, avrebbe escogitato il piano del falso sequestro, raccontando ai propri famigliari di essere trattenuto contro la sua volonta' da una donna che gli avrebbe fatto del male se non gli avessero fatto pervenire 10mila dollari. Secondo la ricostruzione dei giornali americani, un rappresentante della famiglia si sarebbe quindi rivolto alla polizia, che avrebbe organizzato la finta consegna del denaro bloccando la coppia. Gli investigatori avrebbero accertato che l'idea era stata di Lapo, chiudendo il caso per il suo accompagnatore ma non per il 39enne imprenditore, al quale e' stata consegnato una citazione davanti ad una corte. Non e' il primo scandalo del genere per Lapo Elkann: nel 2005 fu salvato in extremis da una overdose di droga in un appartamento di Torino dopo una notte brava in compagnia di un transessuale.


    Disastro aereo in Colombia: a bordo la squadra brasiliana del Chapecoense, 75 morti



    E' di 75 morti e 6 sopravvissuti il bilancio della tragedia area in Colombia dove si è schiantato un charter con a bordo i giocatori della squadra di calcio di serie A brasiliana Chapecoens. Il volo era partito dall'aeroporto internazionale di San Paolo, in Brasile, aveva fatto scalo in Bolivia ed era diretto all'aeroporto internazionale di Medellin. Sull'areo c'erano 81 persone (72 passeggeri e nove membri dell'equipaggio).
    Sono sei le persone sono sopravissute all'incidente aereo di Medellin: la hostess Ximena Suarez, il tecnico Erwin Tumiri; i calciatori del Chapecoense Alan Ruschel, Jackson Follmann e Helio Zampier; il giornalista Rafael Valmorbidaa. E' morto invece in ospedale uno dei superstiti, il portiere Danilo.

    Tra le vittime ex Salernitana Filipe Machado, salvo ex Verona Winck - Tra i giocatori del Chapecoense vittime del disastro aereo in Colombia c'è anche Filipe Machado che ha vestito la maglia della Salernitana nella stagione 2009/2010 in Serie B, collezionando sette presenze. Machado, che aveva 32 anni ha giocato in Spagna, Bulgaria, Azerbaigian ed Emirati Arabi Uniti prima di tornare in Brasile. Si è invece salvato, perché non era stato convocato per la finale di Copa Sudamericana, Claudio Winck, una fugace apparizione nel campionato italiano lo scorso anno, nelle fila del Verona (con un gol all'attiva in coppa Italia). Attraverso il suo profilo Instagram Winck ha espresso la sua vicinanza ai compagni di squadra vittime della tragedia postando una squadra con il logo del club e il messaggio "Preghiamo tutti. Che Dio vi benedica".

    Il velivolo, un British Aerospace 146 gestito dalla compagnia charter boliviana Lamia - rende noto in un comunicato l'aeroporto internazionale di Medellin - aveva segnalato problemi all'impianto elettrico. I piloti dell'aereo hanno inviato un messaggio di emergenza alle 22:00 di lunedì (ora locale). Le squadre di soccorso sono state attivate immediatamente ma un elicottero dell'esercito e' stato costretto a rientrare alla base a causa della scarsa visibilità. Ma secondo il responsabile dell'agenzia per l'aviazione civile colombiana, Alfredo Bocanegra, le autorità non escludono che l'aereo sia rimasto a secco di carburante.

    "E' una tragedia di proporzioni enormi", ha detto il sindaco. L'aereo sarebbe caduto in una zona montagnosa alle porte di Medellin poco prima della mezzanotte di lunedì ora locale. Il velivolo era partito dall'aeroporto internazionale di San Paolo, in Brasile, e aveva fatto scalo in Bolivia. La squadra di calcio brasiliana Chapecoense avrebbe dovuto giocare mercoledì la finale della Copa Sudamericana contro l'Atletico Nacional di Medellin.

    A causa delle forti piogge, le autorità del Dipartimento di Antioquia, dove è precipitato l'aereo, hanno interrotto le ricerche dei superstiti. In Colombia e' notte fonda è l'aereo si è schiantato in una zona di montagna, a sud di Medellin. Lo scrive su Twitter Noticias Caracol.

    La Federazione del calcio sudamericana (CONMEBOL) ha annullato "tutte le attività" fino a nuovo ordine a causa della sciagura aerea in Colombia: lo ha annunciato la stessa CONMEBOL, sottolineando che il suo presidente, Alejandro Dominguez, è partito per Medellin. E' stata annullata quindi anche la prima di due partite della finale della Copa Sudamericana: la squadra brasiliana di serie A Chapecoense, che si trovava a bordo dell'aereo, avrebbe dovuto giocare mercoledì a Medellin contro l'Atletico Nacional.

    Tifosi Chapecoense in lacrime davanti stadio - Centinaia di tifosi del Chapecoense - i cui giocatori erano a bordo dell'aereo caduto in Colombia - si sono ritrovati sin dalla mattina davanti all'Arena Condà, lo stadio della squadra della città di Chapecò, nello Stato brasiliano di Santa Catarina (sud del Paese). Molti seguono le notizie della tragedia in lacrime, altri pregano per le famiglie delle vittime. Anche il direttore del club, Plinio David de Nes Filho, ha pianto davanti ai microfoni di Bom Dia Brasil: "Il sogno della Chapecoense è finito stanotte", ha detto il dirigente sportivo.
     
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    Brasile, elicottero cade a un chilometro e mezzo dalla chiesa: muore la sposa che andava allʼaltare



    La 32enne Rosemere do Nascimento Silva ha perso la vita nellʼincidente aereo, mentre stava realizzando il suo doppio sogno di una vita: sposarsi arrivando in chiesa dal cielo.
    Quell'incidente aereo oltre alla sua vita le ha strappato anche il doppio sogno di sposarsi arrivando all'altare dal cielo. La tragedia, avvenuta il 5 dicembre a San Paolo in Brasile, è più di una fatalità. La futura sposa, la 32enne Rosemere do Nascimento Silva, è morta nello schianto di quell'elicottero che la stata trasportando in chiesa nel suo giorno più bello. Tra quei rottami, rinvenuti a circa un chilometro e mezzo dal luogo della cerimonia, si è infranto anche il sogno della giovane, cullato fin da bambina, di sorprendere il promesso sposo e i 300 invitati, presentandosi alle nozze a bordo del velivolo.
    Lo schianto è avvenuto in una zona rurale nella periferia di San Paolo. Con la promessa sposa hanno perso la vita il pilota, il fratello di Rosemere e la fotografa, che era incinta di 6 mesi. Il volo sarebbe dovuto durare un quarto d'ora. Gli investigatori sono al lavoro per stabilire le cause della tragedia.

     
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