Posts written by Morena*

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    Potrebbero contenere SPOILER

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    Possono contenere spoiler

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    Un po di foto :136: :136: :110: :42:

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    Cherry Season: Ayaz e Oyku stanno insieme nella realtà?

    Cherry Season: Serkan Cayoglu e Ozge Gurel stavano insieme
    Come sempre il pubblico amante delle fiction e delle soap è solito domandarsi se i loro protagonisti siano innamorati anche nella realtà. Il caso che ha creato più rumors e discussioni riguarda Alex Gonzalez e Hiba Abouk, i Javier e Fatima de Il Principe. Se su questi ultimi non si è mai riuscito ad avere una conferma, per i protagonisti di Cherry Season siamo riusciti a scoprire qualcosa in più. Stando infatti alla rivista Nuovo Tv, pare che i due attori che interpretano Ayaz e Oyku, ossia Serkan Cayoglu e Ozge Gurel abbiano avuto una relazione sentimentale che però è stata interrotta per cause a noi sconosciute.

    Cherry Season: un amore nato sul set tra Serkan e Ozge
    Siamo abituati a cercare il gossip del mondo spagnolo ma stavolta reperire qualche notizia in turco è veramente difficile. Ci fidiamo quindi della rivista italiana che ci garantisce l’amore concluso tra i due attori. Al momento Serkan è single e l’unico amore della sua vita sembra essere sua madre, che lo coccola con i suoi manicaretti prelibati. Per quanto fascino un uomo può avere, e sembrare quindi irraggiungibile, ci sono cose che non cambieranno mai: l’affetto verso i genitori, il tempo libero con gli amici, lo sport e le mangiate coi parenti. Serkan Cayoglu sa che oltre alla bellezza bisogna avere carattere e talento, e soprattutto studiare tanto per ottenere ciò che si vuole.

    Cherry Season: Ayaz e Oyku avranno il lieto fine
    Quali sono i punti in comune tra Serkan ed Ayaz? L’attore della soap turca Cherry Season risponde così: “Ayaz è un giovane architetto, sicuro di sè, donnaiolo, che ama la bella vita e non guarda in faccia nessuno. Solo quando scoprirà il vero amore con Oyku diventerà più romantico e vulnerabile. La differenza fra me e lui? Siamo molto diversi….io sono più divertente!” La cosa certa è che Serkan con il suo fascino ed il suo sorriso mozzafiato ha già conquistato tutto il pubblico femminile di Canale 5; se poi ammette di essere più divertente di Ayaz non ci resta che sognare di avere un uomo come lui!

    Intervista a Serkan della rivista "Nuovo" di questa settimana(Fonte: Cherry-Season-La-Stagione-del-Cuore Facebook)


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    Il 19enne di Padova era precipitato dal quinto piano dellʼhotel a Milano dove si trovava in gita di classe circa un anno fa

    Clicca qui per il video

    Le tre novità consegnate dallo staff dell'avvocato della famiglia Maurantonio, Eraldo Stefani, alla procura sono sconvolgenti: il ragazzo è stato tenuto a testa in giù per le gambe dalla finestra del quinto piano. Sospeso, rovesciato, in posizione verticale, come confermerebbe l'impronta della sua mano sul muro esterno a 15 metri nel vuoto. Poi la caduta non radente al muro. Quasi sotto l'effetto di una spinta. Quindi, l'impatto al suolo. Pochi attimi per morire. Infine, lo spostamento del corpo. Su cui ci sono segni di scalini che però si trovavano a una certa distanza rispetto al luogo del ritrovamento.

    Gli esperti nominati dalla famiglia Maurantonio dunque ipotizzano un depistaggio. Su questi misteri il padre di Domenico chiede verità. Soprattutto alla luce della ricostruzione grafica su quella terribile caduta e dice: "L'unico indagato è sempre stato solo mio figlio, ora bisogna capire chi, quella sera, era insieme a lui".
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    La cantante ha subito in passato una doppia mastectomia per un cancro al seno. Ora mostra il proprio corpo con orgoglio

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    La malattia è alle spalle da un po' di tempo ormai, ma nella testa gli strascichi rimangono sempre. Una foto così è una dichiarazione di orgoglio nei confronti di un corpo che è stato attaccato e ha vinto, pur portando qualche segno. Anastacia ha dovuto subire una doppia mastectomia ma oggi può mostrare pubblicamente con fierezza il suo corpo. Una foto che è quindi anche un invito alle tante donne che possono trovarsi in una situazione analoga a non perdere il coraggio e la fiducia.
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    In vacanza a Ibiza, lʼargentina e il pilota appaiono sempre più complici e sorridenti...

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    Iannone segue la sua bella a bordo e la aiuta a stendere l'asciugamano, prima di sdraiarsi al suo fianco. Il campione di MotoGp è abituato a gestire le curve, ma quelle dell'argentina sono davvero irresistibili. Pensando di essere lontano da occhi indiscreti, Andrea si avvicina e le bacia amorevole la spalla, mentre lei lo lascia fare senza opporre resistenza.

    Un corteggiamento in piena regola, che secondo alcuni beninformati durerebbe già da qualche mese. Grazie all'amicizia con il fratello Jeremias, infatti, Iannone era riuscito ad entrare nelle sue grazie e stuzzicarla con fiori, messaggi e segnali. Ora per lui è arrivato il momento di sferrare l'attacco finale e si deve giocare il tutto e per tutto. Riuscirà a farla capitolare? Le giornate a Ibiza sono lunghe... e le notti ancora di più.

    Belen e Iannone, giochi a terra e coccole in mare

    Nonostante i tanti corteggiatori, il cuore di Belen non ha però ancora trovato pace. Su Instagram si è infatti lasciata andare ad una riflessione amara: "Sono egoista, impaziente e insicura. Faccio degli errori, sono fuori controllo e a volte difficile da gestire. Ma se non puoi gestire la mia parte peggiore, allora sicuro come l'inferno non mi meriti quando sono al mio meglio. #marilynmonroe #bellissima #laamo".

    Nonostante il riferimento a Marilyn Monroe, diva tragica per eccellenza, in molti pensano che la dedica sia indirizzata ad un uomo in particolare. Parole nostalgiche per l'ex marito Stefano De Martino o un avvertimento per lo spasimante Iannone?
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    A dare lʼannuncio il figlio dellʼattore: "Papà è volato via serenamente"

    E' morto nel pomeriggio in una clinica romana l'attore Bud Spencer alias Carlo Pedersoli. Lo ha reso noto il figlio, Giuseppe Pedersoli: "Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata: grazie". Bud Spencer aveva 86 anni, era infatti nato a Napoli il 31 ottobre 1929.
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    Dagli spaghetti western, al thriller, passando per il cinema d'autore: la poliedrica carriera di Bud Spencer - Per tutti era il gigante buono che menava sganassoni sempre in coppia con l'amico Terence Hill. L'omone barbuto degli spaghetti western degli anni 70, quelli che hanno conquistato generazioni di ragazzini innamorati dei due scanzonati protagonisti di "Lo chiamavano Trinità". Ma Carlo Pedersoli, classe 1929, per tutti Bud Spencer, è stato in realtà protagonista di una carriera lunga e poliedrica nella quale, accanto ai film più popolari, c'è stato spazio per il thriller (diretto da Dario Argento in "Quattro mosche di velluto grigio"), per il cinema d'autore con Ermanno Olmi e persino per il dramma di denuncia civile con Torino nera di Carlo Lizzani.

    Snobbato da critica e dai premi - Tante esperienze, tanti successi, e anche un po' di amarezza per non essere abbastanza considerato da quel mondo del cinema in cui era entrato un po' per caso finendo per dedicargli la vita: "In Italia io e Terence Hill semplicemente non esistiamo - si lamentava negli ultimi anni - nonostante la grande popolarità che abbiamo anche oggi tra i bambini e i più giovani. Non ci hanno mai dato un premio, non ci invitano neppure ai festival".

    L'ultima apparizione in tv era stata nel 2010 con "I delitti del cuoco", fiction di Canale 5. E l'anno scorso era stato festeggiato a Napoli con una medaglia e una targa per la sua lunga carriera che gli aveva consegnato il sindaco De Magistris a Palazzo San Giacomo in nome della sua città.

    Quando Bud Spencer era ancora Carlo Pedersoli - Carlo Pedersoli era nato a Napoli (quartiere Santa Lucia) il 31 ottobre del 1929. Il padre era un uomo d'affari bresciano e il lavoro lo porta lontano dal Golfo quando Carlo ha appena 11 anni e tutta la famiglia si trasferisce a Roma (quartiere Parioli) nel 1940. Lasciati gli amici di scuola (tra cui Luciano de Crescenzo), il ragazzo si iscrive al liceo e a un corso di nuoto, risultando brillante in entrambi i casi, tanto che arriva all'università (corso di chimica) ad appena 17 anni. A guerra finita, però, la famiglia cambia nuovamente città, i Pedersoli finiscono a Rio de Janeiro e Carlo deve abbandonare gli studi.

    Il nuoto e la recitazione, le due passioni del giovane Bud Spencer - Farà l'operaio, il bibliotecario, il segretario d'ambasciata come nelle leggende delle star americane. Tornato a Roma, può riprendere gli studi ma soprattutto l'attività in piscina dove si segnala presto come un vero asso. Continua anche a studiare (questa volta giurisprudenza, laurea che porterà a buon fine nonostante gli exploit sportivi) e viene notato dal cinema nel pieno della stagione di Hollywood sul Tevere.

    Le prime esperienze davanti alla macchina da presa - Grazie al fisico scultoreo, viene scritturato come comparsa in "Quo Vadis?" e poi finisce sul set di "Annibale" dove non incontra mai il giovane attore Mario Girotti - Terence Hill - che diverrà il suo partner d'eccellenza pochi anni più tardi.

    Tocca a Mario Monicelli affidargli il primo, vero ruolo, quello del manesco Nando in "Un eroe dei nostri tempi" (1955). Chiuderà col nuoto dopo i Giochi di Roma del 1960 e tornerà in Sud America per una lunga parentesi lontano dai suoi interessi.

    Rientrato in Italia apre una propria società, sposa Maria Amato (la figlia del grande produttore Peppino Amato), mette al mondo i primi due figli, scrive canzoni ottenendo un discreto successo.

    "Dio perdona, io no" e l'incontro con Terence Hill - Con il cinema la gavetta è lunga e Bud Spencer conquista il ruolo di protagonista nel western "Dio perdona io no" soltanto nel 1967 grazie a Giuseppe Colizzi. Prima rifiutato per le richieste economiche ma poi arruolato perché risulta il solo adatto alla parte di gigantesco e minaccioso partner del protagonista, Pedersoli incontra qui di nuovo Mario Girotti.

    I due decideranno, alla fine del film, di cambiare i propri nomi sui manifesti per attrarre il pubblico e Pedersoli sceglierà il suo in omaggio alla birra Bud e all'adorato Spencer Tracy. Il successo del film è più che lusinghiero, ma sarà l'episodio successivo, "Lo chiamavano Trinità" (E.B. Clucher, 1970) a consacrare il successo personale del duo. Un vero e proprio colpo di fulmine con il pubblico che si ripeterà, infallibile, per altre 16 volte in tutto.

    Il gigante buono del cinema italiano - Il cliché del personaggio è sempre lo stesso e Spencer lo riutilizzerà anche da solo: un gigante dal cuor d'oro che mena sganassoni, sorride sempre come un bambino, ristabilisce i torti e si gode la vita. Cow boy o investigatore (la serie di Steno "Piedone lo sbirro"), avventuriero o buon padre di famiglia, Bud Spencer mette perfino a punto un tipo di pugno a martello che lo renderà inconfondibile.
    La famiglia ha salutato l'attore anche su Facebook, dove ha pubblicato un breve post per dare la notizia.
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    Grande partita degli azzurri. Super Buffon nel finale. Ora la Germania, nei quarti

    Italia-Spagna 2-0. E il sogno continua. Col gol di Chiellini al 33', con una partita perfetta per 70 minuti e poi di sofferenza, come dev'essere. Un enorme Buffon nel finale e il solito Pellé per il raddoppio dopo il 90'. L'Italia di Conte ha compiuto il suo primo (o secondo) miracolo europeo, cacciando gli spagnoli bi-campioni, quelli che ci avevano fatto piangere nel 2008 e nel 2012. E ora la Germania.
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    LA PARTITA - PRIMO TEMPOLe parole, fino all'eccesso. Ora i fatti. E quel che accade a St. Denis, pronti via, è la piacevolissima vista di un'Italia (quasi) padrona di una Spagna costretta a svestire i suoi panni, i panni abituali. E' azzurro -non iberico- il mare di gioco che sovrasta i bi-campioni d'Europa, lo si capisce dai primi cento secondi nei quali tre palloni avvelenati danzano nell'area di De Gea. Cos'è? Un fuoco?
    Nossignori, l'Italia c'è e non ha paura. Anzi: fa paura. Il pallone scorre dalla difesa a Parolo e Giaccherini, Pellé ed Eder raccolgono, difendono e ripartono, De Rossi governa seppure con qualche ansia, Florenzi è una freccia, De Sciglio prova a ritagliarsi una parte di eccellenza.
    Il profumo del gol lo si assapora all'8', sullo stacco aereo di Pellé (assist di Florenzi) e De Gea compie il prodigio. Siamo pronti, freschi, veloci. All'11' Giaccherini vola nel cuore dell'area, rovesciata, parata di De Gea e palo. Cakir (l'arbitro) ferma per una scorrettezza in quel gesto di Giac (perché?), ma è lo stesso quel profumo di gol che avanza.
    La pausa, da lì al 25', per non eccedere subito. E anche perché Iniesta e compagni provano a capirci qualcosa in quel mare azzurro che ha ridotto al minimo la rotta disegnata da Del Bosque. Un tiro di Fabregas, contrato da De Sciglio, è il preludio alla manovra -splendida e corale- che porta Parolo a provare, di testa: palla fuori. Ma fa niente.
    Il vento tira dalla nostra parte, perché così lo indirizzano i ragazzi di Conte. Il vento che spinge Sergio Ramos a sfiorare l'autorete al 29', per salvare su Pellé, e che conduce -finalmente- al gol al 33'. Punizione omicida di Eder dai 22 metri, respinge come può De Gea e due falchi vestiti d'azzurro planano sul pallone: prima tocca Giac, poi è Chiellini che spinge in porta. Uno a zero. E via.
    La fine del tempo si avvicina, l'1-0 è il premio minimo che diventa ancor più minimo al 44' e al 45' quando Florenzi spreca un contropiede e Giaccherini si vede deviare da Gea (monumentale, il portiere spagnolo) un tiro da manuale del campione. A riposo felici e contenti. O magari anche no: ne meritavamo due, almeno, di gol. Gli spagnoli? Quasi non pervenuti.
    LA PARTITA - SECONDO TEMPOPuò cambiare faccia la Spagna, dopo un primo tempo così? Del Bosque toglie Nolito, dentro Arduiz per dare più spinta. E un po' d'imbarazzo nella difesa azzurra si avverte: Morata due volte procura momenti di tensione, De Rossi sbuffa, Conte fa scaldare Thiago Motta e dopo 8 minuti chiama il cambio. E quel cambio riaggiusta un po' le linee davanti al trio-Juve. Si chiude il cerchio azzurro, ripartiamo con contropiede introdotti da Pellé ed Eder.
    E sono occasioni. E anche disperazione. Al 10' tacco di Pellè, Eder ridicolizza Piqué, ma solo davanti a De Gea colpisce... il portiere. Al 16' groviglio di gambe ed emozioni nell'area spagnola, il 2-0 scappa via per la voglia azzurra di portare il pallone in porta. Accidenti, che spreco!
    Il tempo scorre. Esce Morata, stretto nella morsa juventina poco ha fatto, o potuto, entra Vazquez. La Spagna ora aggredisce di più, sono le energie da spendere per raddrizzare una sfida fatta di troppi smarrimenti. Ed è logico anche soffrire, per noi. Logico perché siamo agli ottavi, logico perché loro sono pur sempre dei campioni, ed eravamo sfavoriti: ricordiamolo.
    Si soffre, appunto. La sfida cambia faccia: ora ci si difende, Buffon ci mette del suo, come è nelle attese e nei suoi mezzi. Al 31' devia il tiraccio carogna di Iniesta, al 32' ne respinge uno di Piqué. E questo è il frutto del mancato 2-0, delle tante occasioni prodotte e anche sprecate.
    I minuti finali, col cuore in gola e la palla che va un po' dove vuole. Entra Insigne, ha subito il pallone del raddoppio, c'è un diagonale di David Silva che sibila a fil di palo. Mancano tre minuti, più recupero. E il finale è una meraviglia, è la fantasia che va oltre la realtà. Quando Buffon al 44' para il colpo ravvicinato di Piqué e chissà come ha fatto! Un prodigio. E quando al 46' Pellé ripete quel che ha fatto col Belgio, tap in in mezza rovesciata sul tiro di Darmian liberato da una meraviglia di Insigne. E' finita, 2-0. I campioni spagnoli sono fuori. I campioni siamo noi. Il sogno azzurro continua: sabato, la Germania.


    IL TABELLINOITALIA-SPAGNA 2-0
    Italia (3-5-2): Buffon 8; Barzagli 7,5, Bonucci 8, Chiellini 8; Florenzi 7 (39' st Darmian 6,5), Parolo 7, De Rossi 6,5 (8' st Thiago Motta 6,5), Giaccherini 7,5, De Sciglio 7,5; Pellé 7,5, Eder 7,5 (37' st Insigne 7). A disp.: Sirigu, Marchetti, Ogbonna, Sturaro, Bernardeschi, El Shaarawy, Zaza, Immobile. All. Conte 8
    Spagna (4-3-3): De Gea 8; Juanfran 6, Piqué 5, Sergio Ramos 5, Jordi Alba 6; Fabregas 6, Busquets 5,5, Iniesta 6; David Silva 6,5, Morata 6 (25' st Vazquez 5,5), Nolito 5 (1' st Aduriz 6, 36' st Pedro sv). A disp.: Casillas, Sergio Rico, Bartra, Bellerin, Azpilicueta, San José, Soriano, Koke, Alcantara. All. Del Bosque 5
    Arbitro: Cakir (Tur)
    Marcatori: 33' Chiellini (I), 46' st Pellé
    Ammoniti: De Sciglio, Pellé, Thiago Motta (I), Nolito, Busquets (S)
    Espulsi: --
    Note: --
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    Lista aggiornata
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    alla scena del ballo che c'è stato venerdi purtroppo hanno cambiato la canzone
    Ecco qui la versione originale che secondo me è più sensuale ed emozionante


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    Grazie mary...niente vacanze estive in corea :hahaha:
5979 replies since 1/3/2010
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