Sassari

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    Sassari

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    - Fonte -

    « Sassari non ha bisogno di formarsi un giardino pubblico, se le sue circostanze formano un giardino così vario, ameno e vago, che non potrebbe l’arte far di meglio »
    (Vittorio Angius, Dizionario Angius-Casalis, 1851-1856)

    Sassari ([sàs-sa-ri], Sassari in sassarese, Tàtari in sardo, Sàsser in catalano) è una città italiana di 130.665 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Sardegna. Sede universitaria, arcivescovile e di corte d'appello, primo comune per estensione e secondo centro dell'isola per popolazione Sassari costituisce il centro di un'area vasta di circa 275.000 abitanti.

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    Territorio

    La città di Sassari è il polo urbano storico del Capo di sopra dell'isola. Con i suoi 546,08 km², è il comune più esteso della regione e il più esteso d'Italia dopo Roma, Ravenna, Cerignola e Noto. Essa sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il Golfo dell'Asinara e la pianura della Nurra, mentre a sud-est il terreno è prevalentemente collinare. Il territorio urbano e suburbano è caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l'altopiano su cui è adagiata la città. Coltivazioni ortive, oliveti e boschi circondano il centro urbano e costituiscono l'aspetto paesaggistico peculiare di tutto il settore orientale del territorio comunale.

    Clima
    Sassari gode di un clima temperato caldo di tipo mediterraneo. Gli inverni sono miti e umidi, le estati calde e secche. Le precipitazioni si concentrano soprattutto nei mesi invernali e primaverili. Le nevicate sono eventi rari ma non eccezionali.

    Le origini del toponimo Sassari

    L'origine resta ignota e oggetto di speculazioni accademiche. L'odierno toponimo ricorre dalla metà del XII secolo in diverse forme, fra quali Sassaris, Sassaro, Sasser, Sacer alternato con Thathari, Thathar, Táttari, essendo non raro il passaggio ss-th in sardo. Secondo Massimo Pittau troverebbe riscontro in altre località (sássari, sátzari, sátzeri, perda'e sássari, perda'e sassu, sássinu-a), tradotto come "ciottoli di fiume" dal sardiano, antecedente al latino saxum. Questo confermerebbe l'origine non medioevale, bensì nuragica e forse prenuragica, dell'insediamento nelle valli sassaresi, ricche di sorgenti e corsi d'acqua. Secondo Salvatore Dedola, la radice originaria sarebbe Thar- (come per Thar-ros), il cui raddoppio è derivato dal sumerico e accadico per indicarne le pertinenze territoriali, e persisterebbe in altri esempi come Buddi-Buddi. Circa l'origine del secondo toponimo Sàssari esistono le opzioni di ša-šērru (utero, bimba, sorella), ša-ašari (dello stesso posto), šāššaru-m (dente, simbolo del Dio Sole Šamaš).

    Storia
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    La proclamazione della Repubblica sassarese (Il Consiglio della Repubblica sassarese),
    di Giuseppe Sciuti, circa 1880. Palazzo della Provincia in Piazza d'Italia.



    Le origini e il Libero Comune

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    Gli Statuti Sassaresi nella versione
    in sardo logudorese (XIII-XIV secolo)
    È solo nel 1131 che la città compare per la prima volta nelle carte geografiche col nome di Jordi de Sassaro. Numerose informazioni circa la città sono contenute nel Condaghe di San Pietro in Silki, codice medievale scritto in sardo, custodito nella Biblioteca dell'Università degli Studi di Sassari - Sala Manoscritti -, compilato dal 1150 al 1180. Fu l'ultima capitale del Giudicato di Torres, nel 1294 diviene Libero Comune, confederato a Genova, a seguito della promulgazione degli Statuti Sassaresi, che erano un corpus di leggi redatto sia in latino che in sardo logudorese, che regolava tutte le attività cittadine: dall'urbanistica, alle attività economiche, alla giustizia. Gli statuti sassaresi sono uno dei documenti identitari più importanti non solo per la città di Sassari ma per l'intera isola. È in questo periodo che, contesa fra le repubbliche marinare, Sassari si dotò delle prime mura.

    Sassari aragonese e spagnola

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    Veduta dalla Valle di Rosello, 1849, John Warre Tyndale

    Alla notizia dell'intervento aragonese, la borghesia cittadina si avvicinò ai reali d'Aragona, presentando nel 1323 una propria delegazione alla corte dell'infante Alfonso e offrendosi di essere parte del nascente Regno di Sardegna, ottenendo nel 1331 l'elevazione di Sassari allo status di Città Regia. Ciononostante i sassaresi mal tollerarono la sudditanza e scarsa autonomia, così, sotto la spinta della Repubblica di Genova e dei Doria, la città si ribellò ai catalano-aragonesi, dando inizio ad un periodo di rivolte popolari, che videro la città divenire l'ultima capitale del Giudicato di Arborea dal 1410 al 1420, cessando solo con la vendita dei diritti di quest'ultimo e l'avvento di Alfonso V il Magnanimo. Gli aragonesi costruirono il castello di Sassari, con lo scopo principale di difendersi dalle rivolte degli stessi sassaresi, che venne demolito nel 1877 per decisione del Consiglio comunale come simbolo dell'oppressione straniera e dell'oscurantismo religioso, essendo stato sede dell'Inquisizione spagnola. I resti del castello, comprendenti le fondazioni e due corridoi dell'antemurale cinquecentesco che ospitava le artiglierie, sono stati recentemente riportati alla luce e sono visitabili nell'omonima piazza. Tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo Sassari visse un periodo di grave crisi economica e sociale. Nel 1527-28 venne ripetutamente invasa e saccheggiata dai francesi, le continue incursioni piratesche nel Mediterraneo impoverirono l'economia cittadina basata sul commercio e diverse epidemie uccisero molti dei suoi abitanti.

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    La facciata barocca della
    Cattedrale di San Nicola
    Nella seconda metà del XVI secolo la città si risollevò dopo anni di crisi, rinacque culturalmente, rifiorirono le arti, grazie all'introduzione della stampa, si diffuse il pensiero umanistico, grazie anche all'opera di Giovanni Francesco Fara, e del vescovo Salvatore Alepus. Tra i pittori che svolsero la loro attività in città, a quel tempo, sono da menzionare Giovanni Muru, il Maestro di Ozieri (Giovanni del Giglio), Andrea Lusso, il fiorentino Baccio Gorini, e vari artisti di scuola fiamminga. Nel 1562 venne istituito uno studio generale aperto dai Gesuiti che, nel 1617, portò alla fondazione della prima università della Sardegna cui contribuirono, fra gli altri, Alessio Fontana, funzionario della cancelleria di Carlo V, che, nel 1558, nel proprio testamento lasciò i suoi beni alla municipalità per l'istituzione dell'Ateneo, e l'arcivescovo Antonio Canopolo che nel 1619 fondò un collegio di educazione, ancora oggi in attività col nome Istituto Nazionale Canopoleno. La cosiddetta lotta per il primato acuì la rivalità con la città di Cagliari; la competizione tra le capitali del Capo di sopra e del Capo di sotto, porterà i sassaresi ad applicare persino un diverso calendario, a rivendicare il diritto ad avere un Parlamento nella propria città, e la sede del Sant'Uffizio dell'Inquisizione. Nel 1582 la città viene colpita da una grave epidemia di peste, e con la decimazione della popolazione a seguito di questa ed altre epidemie Sassari cessò di essere il maggior centro dell'isola. L'ultima fase della colonizzazione spagnola sono anni di decadenza per Sassari, e per tutta la Sardegna, visto il minor interesse da parte degli iberici all'isola, dopo che l'Impero spagnolo iniziò la sua espansione sul Nuovo Mondo.

    Sassari sabauda

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    La fontana di Rosello
    simbolo di Sassari

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    Piazza Tola
    Col Trattato di Utrecht nel 1713, inizia la breve dominazione austriaca. Pochi anni dopo nel 1720, la Sardegna compresa la città, passa ai Savoia. Sul finire del XVIII secolo, si vive un'intensa stagione politica, e in città approfittando dei sommovimenti locali, come la rivolta cagliaritana del 28 aprile 1794, e dei sentimenti generati dalla rivoluzione francese, la nobilità e i feudatari sassaresi sfruttarono l'occasione per chiedere al Re l'autonomia da Cagliari. Questo provocò la reazione dei cagliaritani, che cercarono l'appoggio dei vassalli locali, e degli abitanti di tutto il Logudoro per manifestare in città il 28 dicembre 1795 cantando il famoso inno Su patriottu sardu a sos feudatarios. Il ViceRé Filippo Vivalda, preoccupato di una possibile degenerazione in rivolta inviò a Sassari Giommaria Angioy, funzionario e giudice della Reale Udienza, con la carica di alternòs, ovvero rappresentante del Governo con delega dei poteri viceregi, dove fu accolto come un liberatore trionfante. Angioy cercò per tre mesi di riconciliare feudatari e vassalli, ma resosi conto del diminuito interesse e sostegno governativo e cagliaritano, lavorò ad un piano eversivo con emissari francesi, durante invasione napoleonica dell'Italia. Tuttavia venendo meno ogni possibile appoggio esterno con l'armistizio di Cherasco e la Pace di Parigi, decise di effettuare una marcia antifeudale su Cagliari ma dal Viceré gli vennero revocati i poteri, e dovette arrestare la marcia dopo esser stato abbandonato da molti sostenitori all'accoglimento reale della cinque richieste degli Stamenti Sardi, fuggendo a Parigi. Ristabilito il controllo, i Savoia sedarono il dissenso senza tuttavia far cessare del tutto le rivolte e dissidi che continuarono sporadici fino alla metà dell'Ottocento, come nel 1833 quando il patriota sassarese Efisio Tola venne fucilato a Chambery perché accusato di essere vicino agli ideali della Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Fra la fine del XVIII e tutto il XIX secolo, si vive un'era di rinascita culturale e urbanistica, l'Università viene riaperta, la città dopo cinque secoli si espande oltre il tracciato delle Mura di Sassari, fortificazioni pisane trecentesche, (quando in concomitanza di un'epidemia di colera venne dato il permesso di abbatterle in grande parte, dando così sfogo ad un abitato che era divenuto estremamente compatto e denso), si costruiscono nuovi quartieri, prendendo come modello la nuova capitale del regno, cioè Torino, con strade a maglia ortogonale, viene realizzato il nuovo ospedale, le carceri, il teatro civico, scuole e piazze, la rete ferroviaria e fognaria, l'illuminazione a olio, e più avanti, a gas, il vicino Porto di Torres, viene ristrutturato, si attivano i primi collegamenti navali di linea tra il porto sardo e Genova, con l'impiego di navi a vapore, come il Gulnara, prima imbarcazione che utilizzava questo tipo di propulsione, in Italia. La città si apre ad importanti attività imprenditoriali, l'industriale sassarese Giovanni Antonio Sanna, acquisisce la miniera di Montevecchio, si crea un'area industriale a ridosso della nascente ferrovia, diventa la seconda città italiana per la produzione del cuoio. La nuova espansione urbanistica seguì uno sviluppo geometrico regolare, costretto a fertili compromessi con la realtà del territorio e gli eventi storici. L'asse centrale, il corso Vittorio Emanuele, venne prolungato dando vita a via Roma, strada principale del quartiere umbertino.

    Sassari contemporanea

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    Stemma di Sassari nella tarda
    età spagnola
    Nel Novecento, i successivi piani regolatori ampliarono la griglia inserendo nuovi assi generatori verso le principali emergenze architettoniche dei dintorni, estendendo l'abitato oltre i limiti delle valli e procedendo con diverse zonizzazioni a carattere residenziale e commerciale. Passando indenne la seconda guerra mondiale e scampando a tre bombardamenti programmati (che fecero cadere una sola bomba nei pressi della stazione causando una vittima), la città crebbe principalmente per la migrazione interna, grazie al costante afflusso dai paesi del nord Sardegna, esercitando una forte influenza nella vita pubblica italiana, sia in campo militare grazie alla Brigata Sassari, sia nelle vicende politiche (vedansi i Presidenti della Repubblica Italiana Antonio Segni e Francesco Cossiga, nonché Enrico Berlinguer), molti dei quali legati all'episodio dei cosiddetti giovani turchi. Fino alle creazione della provincia di Olbia-Tempio, Sassari era capoluogo della più grande provincia d'Italia, e nonostante il distacco della ex-frazione di Stintino è ancora il quinto comune italiano per estensione territoriale con una superficie di 546 km². Raggiungendo una popolazione di 130.000 abitanti, in leggera ma costante crescita, Sassari resta la seconda città dell'isola e il centro di riferimento del Capo di sopra.

    Monumenti e luoghi d'interesse

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    Vista di Piazza d'Italia da via Roma

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    Chiesa di Santa Caterina (XVI secolo)
    Architetture religiose
    • Chiesa rupestre di Funtana Gutierrez, VII-IX secolo.
    • Chiesa di San Pietro di Silki, XI-XVII secolo, monastero dove fu compilato l'omonimo condaghe.
    • Cattedrale di San Nicola, XII-XVIII secolo.
    • Chiesa di Santa Maria di Betlem, XII-XIX secolo.
    • San Michele di Plaiano, XII secolo.
    • Santa Barbara di Innoviu, XIII secolo.
    • Nostra Signora di Latte Dolce, XIII secolo.
    • San Donato, XIII-XVII secolo.
    • San Giacomo di Taniga, XIV secolo.
    • Cappella dell'Annunziata e Cappella dell'Ospedale di Santa Croce, XV secolo.
    • Sant'Agostino, XVI-XVII secolo.
    • San Giacomo, XVI-XVII secolo.
    • Santa Caterina, XVI secolo
    • Madonna del Rosario, XVII secolo
    • Sant'Andrea, XVII secolo.
    • Episcopio, XVII secolo.
    • Chiesa e convento del Carmelo, XVII-XVIII secolo
    • Chiesa e convento delle Cappuccine, 1673-1695
    • Sant'Antonio Abate, 1700-1707
    • Basilica del Sacro Cuore, 1936-1952


    Architetture civili

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    Palazzo della Presidenza
    del Banco di Sardegna

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    "Grattacielo nuovo"

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    Sede centrale dell'Università
    • Casa aragonese, XV-XVI secolo.
    • Case gotiche catalane, corso Vittorio Emanuele, XV secolo.
    • Canopoleno-Casa professa gesuitica, XVI secolo, architetto Fernando Ponce de Leon
    • Palazzo d'Usini in piazza Tola, dal nome del Barone d'Usini, sede della Biblioteca Comunale, XVI secolo.
    • Università e Estanco del tabacco, XVI-XVII secolo.
    • Palazzo Moros y Molinos, XVII secolo.
    • Fontana di Rosello, 1585-1606
    • Palazzo della Frumentaria, XVI-XVII secolo, antico deposito pubblico del grano
    • Palazzi di San Saturnino e San Sebastano, inizi XIX secolo.
    • Palazzo Ducale, dal Duca dell'Asinara, sede del Comune di Sassari, 1775-1804, architetto Carlo Valino
    • Palazzo e Teatro Civico, 1826-1830
    • Palazzo Sciuti in piazza d'Italia, sede della Provincia di Sassari, 1873
    • Palazzo Giordano, piazza d'Italia, sede del Sanpaolo IMI, 1878
    • Palazzo Cugurra in Via Roma, sede di uffici della Regione Sardegna
    • Villa Mimosa già Villa Sant'Elia, sede della Confindustria locale
    • Ponte Rosello, 1934
    • Padiglione per l'Artigianato "Eugenio Tavolara" per l'esposizione dell'ISOLA, 1956
    • Borghi minerari dell'Argentiera e di Canaglia


    Siti archeologici

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    Altare di Monte d'Accoddi
    • Complesso prenuragico di Monte d'Accoddi, piramide a gradoni di origine prenuragica, IV millennio a.C.
    • Giacimento fossile di Fiume Santo, dove è stato rinvenuto lo scheletro di un Oreopithecus bambolii, primate antropomorfo vissuto 8-9 milioni di anni fa
    • Necropoli di Montalè, presso Li Punti
    • Necropoli di Ponte Secco, persso Ottava
    • Necropoli di Li Curuneddi
    • Nuraghi Giagamanna, Li Luzzani, Gio


    Architetture militari
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    Mura medievali con
    gli stemmi di Sassari,
    Genova e del podestà
    • Mura di Sassari, costruite nel XIII secolo, cingevano la città intervallate da 36 torri di cui ne rimangono solo 6, tra le quali l'unica torre tonda detta anche Turondola accessibile da piazza Università. Le mura sono visibili lungo il perimetro della città medioevale, ed in particolare in Corso Vico, Corso Trinità e via Torre Tonda.
    • Castello di Sassari, costruita nel 1330. Costruito dagli Aragonesi, fu demolito nel 1877 e nell'area, dove esso sorgeva, fu costruita la Caserma La Marmora, sede della Brigata Sassari e ricavata l'omonima piazza. Gli scavi archeologichi nella piazza hanno portato alla luce le fondazioni dell'antica struttura ora in fase in valorizzazione.


    Aree naturali

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    Parco di Monserrato

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    Spiaggia di Porto Palmas
    In città sono presenti vari giardini e parchi, fra i quali i Giardini pubblici (situati al centro della città fra viale Pasquale Stanislao Mancini e corso Margherita di Savoia), i Giardini di via Venezia, i Giardini di Monte Rosello, Giardini di via Di Vittorio nel quartiere Luna e Sole, i Giardini di Li Punti, il Parco di Monserrato recentemente restaurato e situato tra la SS 131 e l'asse viario di via Budapest, il Parco di Baddimanna, grande pineta nel quartiere Monte Rosello, e il Parco di Bunnari, che recentemente riqualificato, offre un centro polifunzionale, una piscina, la ricostruzione di un villaggio nuragico e i due laghi artificiali del Bunnari, ora in secca.
    • Parco di Monserrato, XVII-XIX secolo.
    • Parco di Baddimanna
    • Giardini pubblici Emiciclo Garibaldi.
    • Foresta della Valle dei Ciclamini o Badde Olia, accesso alla Grotta dell'Inferno
    • Valli del Rosello, Riu Mascari, Fosso della Noce, Logulentu, Bunnari
    • La Rotonda, pineta, ginepreto e stagno di Platamona
    • Lago di Baratz
    • Spiagge di Ezzi Mannu, Porto Ferro e Porto Palmas
    • Area naturale di Lu cantaru a Monte Forte
    • Riserva faunistica di Bonassai


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    Museo Archeologico Nazionale
    G.A. Sanna
    Musei
    • Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico "G. A. Sanna"
    • Museo della Brigata Sassari
    • Museo Universitario Geomineralogico "Aurelio Serra"
    • Museo Etnografico Francesco Bande
    • Collezione Sironi
    • Museo Diocesano
    • Museo del Tesoro del Duomo
    • Museo d' Arte Contemporanea (MASEDU)
    • Pinacoteca nazionale MUS'A, ex Collegio Gesuitico Canopoleno
    • Museo Della Scienza e della Tecnica, Collezione Anatomica Luigi Rolando
    • Museo Della Scienza e della Tecnica, Collezione Entomologica
    • Museo Della Scienza e della Tecnica, Collezione di Botanica Farmaceutica
    • Museo Della Scienza e della Tecnica, Collezione Zoologica
    • Museo Della Scienza e della Tecnica, Collezione di Fisica
    • Museo di Storia dell'Agricoltura e Collezione Agronomica
    • Museo storico della città di Sassari
    • Museo dei Gremi e dei Candelieri
    • Galleria "Giuseppe Biasi"


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    Teatro civico
    Teatro
    Sono attualmente presenti cinque teatri principali: il Teatro Verdi, il Teatro Ferroviario, il Teatro Civico, il Teatro Smeraldo e il nuovo Teatro Auditorium Comunale. Esiste una grande tradizione di recitazione in vernacolo sassarese, con decine di spettacoli in cartellone ogni anno e diverse compagnie attive, fra cui "Paco Mustela", "La Quinta" e "Teatro Sassari". Altre compagnie attive in città sono la "Compagine Teatrale Ouroboros", i "Meridiano Zero", "Theatre En Vol" e "S'Arza", oltre a un Teatro Stabile d'innovazione per l'infanzia e la gioventù (ex teatro ragazzi) della compagnia "La botte e il cilindro" e dal 2007 un teatro di prosa in lingua italiana, la "Compagnia delle Arti".

    Musica
    Fra i principali cantautori in sassarese troviamo Ginetto Ruzzetta, Tony Del Drò, Giovannino Giordo, Franco Russu, Trio Latte Dolce e i gruppi Trio Folk "Sassari in carthurina" e La cumpagnia. In città si sono sviluppati gruppi di musica leggera di fama nazionale, come i Bertas e i Tazenda, che hanno partecipato al Festival di Sanremo, più altri gruppi come il Coro degli Angeli. La città offre inoltre un panorama di associazioni che hanno ricevuto importanti riconoscimenti a livello internazionale, come il Corpo Bandistico Luigi Canepa, la più antica formazione bandistica sassarese, fondato alla metà del 1800 come banda civica dallo stesso illustre compositore, l'Associazione Corale Luigi Canepa, il più antico gruppo corale in Sardegna, l'Associazione Polifonica Santa Cecilia e il Coro dell'Associazione Musicale "Gioacchino Rossini". Il conservatorio cittadino è intitolato al musicista e compositore Luigi Canepa. Dal 1942, l'Ente Concerti Marialisa De Carolis è responsabile per la tradizionale stagione lirica che fino al 2011 era ospitata nello storico Teatro Verdi. Per la 69ª stagione lirica, l'opera Roméo et Juliette di Charles Gounod ha inaugurato nell'ottobre 2012 il più grande e tecnologicamente avanzato teatro auditorium comunale di piazza Cappuccini, spazio che dominerà la nuova cultura musicale di Sassari. Il panorama jazzistico offre vari interpreti rilevanti, essendo la città sede dell'Orchestra Jazz della Sardegna la quale organizza Scrivere in Jazz, importante concorso di composizione jazzistica, e vari eventi come Time in Sassari, legato al festival Time in Jazz di Paolo Fresu.

    Lingue e dialetti

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    In arancio la zona di diffusione
    del sassarese
    Oltre all'italiano nell'intero territorio di Sassari, come nei tre Comuni confinanti verso nord, si parla la lingua Sassarese, parlata locale di vocazione mercantile nata nel periodo medievale dalla fusione di elementi corso-toscani e genovesi, influenzata poi da contributi catalani e spagnoli, e in misura più rilevante dal logudorese nel lessico e nella pronuncia, e in parte nella sintassi. Più studiosi rintracciano la componente primaria nel dialetto pisano, come lo storico sassarese Enrico Costa, che scrive «Ai Pisani dobbiamo anche il nostro dialetto, che per la maggior parte è quasi lo stesso che vi si parla oggi - una specie di toscano del secolo XIII - corrotto più tardi da un po' di corso e da molto spagnuolo» e come lo studioso Mario Pompeo Coradduzza «il sassarese deriva dalla lingua italiana e, più precisamente, dal toscano antico, poi trasformatosi lentamente in dialetto popolare fin dal secolo XII, quando ancora i borghesi e i nobili parlavano in sardo logudorese. Durante l'età del Libero Comune (1294 - 1323), il dialetto sassarese non era altro che un pisano contaminato, al quale si aggiungevano espressioni sarde, corse e spagnole; non è quindi un dialetto autoctono, ma continentale e, meglio determinandolo, un sotto - dialetto toscano misto, con caratteri propri, diverso dal gallurese di importazione corsa», dove entrambi non sembrano propendere per un'influenza più rilevante del sardo rispetto ad altri apporti linguistici. La lingua che nacque con Sassari divenne patrimonio della popolazione e della classe mercantile, e viene oggi considerata un idioma a sé stante. Le città di Porto Torres, Stintino e Sorso trovano un'affinità fra loro e con Sassari, in quanto condividono la parlata sassarese, detta anche turritano, dal nome del Giudicato di Torres. Per Sorso è una grande peculiarità, data la brevissima distanza da Sennori, dove si parla sardo logudorese, seppure con la curiosa caratteristica di avere al plurale solo sostantivi di genere maschile, fatto unico in Sardegna. L'uso della lingua si estende nella restante fascia costiera fino alla foce del Coghinas, nella sua variante castellanese di transizione verso il Gallurese, nei comuni di Castelsardo, Tergu e Sedini. Nella città di Sassari infine, per via dell'immigrazione dai paesi sardofoni, è diffuso anche il logudorese.

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    Costume di Sassari
    Tradizioni e folclore
    Nel 2002 è stato ricostruito un costume "tradizionale", quello rosso degli ortolani di Sassari, sulla base della documentazione iconografica esistente, per quanto frammentaria e lacunosa, e facendo riferimento all'immigrazione popolare dal Logudoro, specie dai centri prossimi alla città.

    Cucina
    La cucina tipica sassarese è ricca e variegata, composta da molte pietanze fortemente legate alla tradizione contadina della città ma diffusa e legata anche alle tradizioni dei centri vicini. Le verdure sono infatti regine nella maggior parte delle pietanze locali, assieme alle parti meno pregiate degli animali da macello, in particolare agnello e maiale. Gli ortaggi più conosciuti ed utilizzati della cucina sassarese sono la melanzana (mirinzana), la cipolla (ziodda) e le fave (faba).
    • Tra i primi piatti troviamo la mineshtra e fasgiori o mineshtra e patati, una zuppa preparata con fagioli, patate, lardo, finocchietto selvatico e pomodori secchi. La classica fabadda viene tradizionalmente preparata nel periodo di carnevale: è una zuppa molto densa a base di fave secche, cavolo, finocchi, cotenna e carne di maiale. In genere è consumata in occasioni conviviali, con larga presenza di parenti o amici. Tra i primi a base di pasta ricordiamo i giggioni, ossia gli gnocchi conditi con sugo di salsiccia. Altri piatti a base di verdure sono le fave cotte a ribisari, cioè lessate e condite con aglio e prezzemolo; e i carciofi, preparati tradizionalmente con le patate (ischazzofa e patati).
    • Tra i secondi piatti, principalmente a base di carne, troviamo la cordula con piselli, un piatto preparato con le interiora dell'agnello avvolte nell'intestino e cotte con piselli, cipolle e salsa di pomodoro; la trippa cotta nel sugo di pomodoro da mangiare spolverata di abbondante pecorino grattugiato; i pedi d'agnoni, ovvero i piedini dell'agnello cotti in salsa di pomodoro oppure con solo aglio e prezzemolo. Un posto importantissimo occupano le chiocciole (spesso chiamate lumache) nelle loro varie pezzature: dalle lumachine "Theba pisana"(ciogga minudda) lessate con delle patate, alle lumache "Eobania vermuculata" (ciogga grossa) preparate con un sugo piccante o con aglio a prezzemolo- ai lumaconi "Helix aspersa" (coccoi) che vengono serviti ripieni di un impasto di formaggio, uova, prezzemolo saporitta e pangrattato. Non mancano le monzette, cotte in padella con aglio, olio, prezzemolo e pangrattato.
    • Il piatto tipico più conosciuto è invece lo ziminu, zimino, cotto in grabiglia, cioè le interiora del vitello come diaframma (parasangu), intestino (cannaculu), cuore, fegato e milza, cotte in graticola sulla brace. Attualmente le norme emanate dalla Comunità Europea in materia di encefalopatia spongiforme bovina impediscono la commercializzazione e il consumo della specialità. Alla brace vengono preparate anche le sardine, anche queste molto apprezzate dai sassaresi.
    • Tra i dolci, oltre a quelli tipici della Sardegna settentrionale come papassini, tiricche e seadas, sono proprie della città e dei dintorni le frittelle lunghe (li frisgiori longhi o "sas frigjolas"): preparate principalmente durante il carnevale, sono fatte di un impasto di farina, acqua, zucchero, anice e scorza d'arancia grattugiata, fritto in forma di lunghi cordoni. Piatto tipico "adottato" è la fainé genovese. È ottenuta da un impasto molto semplice di farina di ceci, olio, acqua e sale (spesso arricchita da più ingredienti a piacere come le cipolle o le salsicce), cotta in teglia ad alta temperatura e servita già tagliata, spesso con pepe nero tritato. Viene preparata in alcuni locali tipici (dove è l'unico piatto servito) ma anche in molte pizzerie e paninoteche.


    Personalità legate a Sassari
    • Giuseppe Abozzi, politico
    • Cristoforo Alasia, matematico
    • Salvatore Alepus, arcivescovo del Concilio di Trento, teologo e poeta
    • Edina Altara, artista
    • Giovanni Maria Angioy, funzionario e politico
    • Vittorio Angius, presbitero, scrittore, giornalista, storico e politico
    • Efisio Arru scienziato parassitologo
    • Domenico Alberto Azuni, giurista
    • Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano
    • Mario Berlinguer, politico
    • Giuseppe Biasi, pittore
    • Daniel Bovet, biochimico Premio Nobel
    • Giacomo Camilla, scultore
    • Antonio Cano, arcivescovo
    • Antonio Canopolo, arcivescovo, fondò l'istituto Canopoleno
    • Annunzio Cervi, poeta e due volte medaglia d'argento al valor militare
    • Francesco Cetti, religioso gesuita, zoologo e matematico
    • Fernando Clemente, architetto
    • Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica Italiana
    • Enrico Costa, scrittore e saggista
    • Stanis Dessy, pittore, incisore e scultore
    • Giovanni del Giglio pittore, noto come Maestro di Ozieri
    • Santi Licheri, magistrato e personaggio televisivo
    • Vico Mossa, architetto
    • Costantino Nivola, scultore
    • Oreste Pieroni, Sindaco del dopoguerra e del miracolo economico
    • Antonio Pigliaru, filosofo del diritto e intellettuale
    • Luigi Rolando, fisiologo
    • Palmiro Togliatti, politico
    • Efisio Tola, patriota
    • Pasquale Tola, giurista e storico
    • Giovanni Antonio Sanna, imprenditore, politico e mecenate
    • Aligi Sassu, pittore e scultore
    • Antonio Segni, Presidente della Repubblica Italiana
    • Mario Sironi, pittore e fra i fondatori del gruppo Novecento
    • Giovanni Spano, linguista, scrittore e archeologo
    • Eugenio Tavolara, artista, incisore e scultore
    • Michele Zanche, politico, citato da Dante nella Divina Commedia
    • Gavino Angius, politico
    • Rosanna Baiardo, pallavolista con 119 presenze in nazionale
    • Gian Paolo Bazzoni, scrittore
    • Marco Bazzoni, cabarettista
    • Bianca Berlinguer, giornalista direttrice del TG3 RAI
    • Giovanni Berlinguer, politico
    • Luigi Berlinguer, ex-ministro dell'Istruzione, membro del CSM
    • Sergio Berlinguer, politico, ambasciatore e ministro pluripotenziario
    • Gianvittorio Campus, ex-Sindaco e politico
    • Elisabetta Canalis, attrice e showgirl
    • Massimo Chessa, cestista
    • Bruno Dettori, sottosegretario all'Ambiente del Governo Prodi II
    • Gianfranco Ganau, attuale Sindaco
    • Antonello Grimaldi, regista
    • Pier Francesco Loche, attore, comico e musicista
    • Luigi Manconi, già segretario dei Verdi e sottosegretario nel Governo Prodi II
    • Salvatore Mannuzzu, scrittore
    • Astrid Meloni, attrice
    • Angelo Mundula, poeta
    • Adolfo Orrù, pittore, incisore e scultore
    • Arturo Parisi, politico ex-ministro della Difesa
    • Pino & gli anticorpi, compagnia di comici
    • Gianluca Piredda, scrittore e sceneggiatore
    • Giuseppe Pisanu, ex-ministro dell'Interno e Presidente della Commissione Antimafia
    • Bruno Pistidda, scrittore, poeta e pugile
    • Bianca Pitzorno, scrittrice
    • Giovanni Puggioni, velocista campione italiano nei 100 e 200 metri
    • Luigi Ruggiu, filosofo
    • Mariotto Segni, politico ed ex-europarlamentare
    • Tazenda, gruppo musicale
    • Tressardi, compagnia di comici
    • Giommaria Uggias, europarlamentare ex-Sindaco di Olbia


    Edited by PatriziaTeresa - 22/10/2016, 12:37
     
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