Campobasso

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    Campobasso

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    - Info -

    « Le montagne intorno fino all'eccelsa Majella ordinavansi in file; e le loro cime, toccantisi in apparenza e per dubbie liste distinte appena, la immensità de' bacini accennavano del Biferno del Trigno e del Sangro, ne' quali tante altre minori valli convengono. Numerose borgate, quale in iscorcio e quale in prospetto, ad animar questa scena, coronavano Campobasso, se non che tolti dalla neve gli oscuri così de' boschi come de' tetti. »
    (Dall'opera "La Pace" di Michelangelo Ziccardi, XIX secolo.)

    Campobasso (IPA: /kampo'basːo/; Campuasce/Cambuasce in campobassano), è un comune italiano di 50.932 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Molise.

    Sorge a 701 m. s.l.m., ed è così il quarto capoluogo più alto d'Italia dopo Enna, Potenza e L'Aquila, considerando l'hinterland la popolazione ammonta a circa 70.000 abitanti. La città, di origine Longobarda, si trova nella zona compresa tra i fiumi Biferno e Fortore. Il centro storico accoglie numerosi palazzi e monumenti di diverse epoche storiche, dalla chiesa duecentesca di San Leonardo al castello Monforte ed alla cattedrale neoclassica della Santissima Trinità. La città è sede arcivescovile metropolitana (arcidiocesi di Campobasso-Boiano) e dell'Università degli studi del Molise.

    Geografia fisica

    Campobasso è una città formata da una parte antica di origine medioevale, ricca di valori storici e artistici, posta sul pendio di un colle dominato dal Castello Monforte, e da una parte più moderna ed elegante originaria dal XIX secolo che si sviluppa sul piano ai piedi del centro antico. Intorno al castello che domina la città si sviluppa il borgo medioevale, costituito da vicoli e lunghe e tortuose scalinate, ai lati delle quali sorgono case ed edifici in pietra, spesso aventi caratteristici cortiletti interni. Di rilievo sono i portali delle case più antiche realizzate anch'esse in pietra locale, ricche di decorazioni, stemmi di famiglie nobili e figure allegoriche. La città ottocentesca, denominata centro storico murattiano, si estende in piano e presenta le caratteristiche tipiche dello sviluppo urbanistico di quel periodo storico.Progettato secondo l'ideale della città giardino, presenta molti spazi verdi, ricchi di essenze arboree rare e pregiate (sequoie, cedri del Libano, ginkgo biloba, abeti rossi, lecci, ecc.), piazze, nonché fontane e fontanelle dalla quale sgorgano tuttora acque fresche e pure. Ottime le specialità culinarie del luogo, famoso anche per le vecchie officine in cui si forgiano coltelli. Buono il rapporto di ecosistema urbano (prestazione di una città sostenibile, ideale e non utopica) che la colloca al 38º posto tra le 103 città italiane e tra le prime nel centro-sud con una percentuale del 55,44% superiore alla media nazionale.

    Clima

    Il clima della città è continentale di tipo appenninico. Durante l'inverno sono frequenti le nevicate che in alcune annate hanno anche raggiunto depositi ragguardevoli. La stagione più piovosa è quella autunnale con una media di 81 mm nel mese di novembre. Con una temperatura media annua di circa 12°C il capoluogo molisano risulta tra le città più fredde d' Italia. In inverno molto spesso la città raggiunge anche i -10°C.

    Storia

    Epoca Sannitico-Romana

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    Panorama
    Le origini di Campobasso come centro abitato sono incerte. Sull’altura che domina l’odierna città era presente un insediamento di controllo dei Sanniti, di cui ancora oggi si conservano le tracce, posto a controllo del tratturo. Lo scopo difensivo del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura osco-sannite e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel 1930, di un’iscrizione osca portante il nome di “VALVENNIUS”. Tale insediamento gravitava probabilmente intorno ad un centro più importante che alcuni storici identificano con Aquilonia situato su Monte Vairano (nei pressi del Centro di Ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) del quale sono riaffiorate, dopo attente campagne di scavi archeologici, numerose tracce. A pochi chilometri da Campobasso poi, in località Sepino, è presente un altro importante sito archeologico a testimoniare l’importanza che questo territorio ha avuto in epoca sannita prima e romana poi. Si tratta infatti delle antiche vestigia della Saipins sannitica e della successiva Saepinum romana di cui si conservano molto bene le ampie strade, le mura, gli archi, le porte, le terme, il foro e il suggestivo teatro.La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell’antico Sannio-Pentro e a Roma.

    Medioevo

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    Le fonti storiche datano l’atto di nascita di Campobasso all’epoca della dominazione Longobarda in Italia. Risale infatti all’anno 878 un documento stilato da un monaco della badia benedettina di Santa Sofia in Benevento in cui si fa menzione di Campobasso (Campibassi). Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il “Chronicon Sancte Sophie” ed è stato redatto al tempo in cui Adelchi era principe di Benevento. Nel periodo longobardo e successivamente durante l’egemonia normanna, Campobasso assume un’importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Molisio. Il fiorire dei commerci e l’aumentata importanza amministrativa comportano l’ ampliamento dell’antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: CIVITAS, CASTRUM e UNIVERSITAS HOMINUM. Tra i documenti storici del periodo compreso tra l’anno 1000 e il 1300 spicca la “PANCARTA CAMPOBASSANA” del 1277 in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo I d'Angiò le angherie e i soprusi del feudatario Roberto di Molise. La Pancarta testimonia la notevole combattività e la tenacia degli abitanti di Campobasso. Il quattrocento è per Campobasso un’età d’oro grazie all’intraprendenza dei Monforte, divenuti i feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e d’Inghilterra, scesi in Italia al seguito di Carlo D'Angiò. Campobasso e i Monforte costituiscono un binomio inscindibile nella storia della città. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il Conte Cola detto anche il “Campobasso” di cui parla anche Benedetto Croce . Egli si distinse per le sue virtù militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di San Leonardo e di Santa Cristina. Alla fine del quattrocento, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli Aragonesi ed in seguito ai De Capua. Ferdinando I d’Aragona concede ai campobassani la possibilità di costruire le abitazioni addossandole alle mura perimetrali.

    Cinquecento e Seicento

    Agli inizi del cinquecento i De Capua sono feudatari in Campobasso. La città, grazie alla felice posizione geografica, vive di un florido commercio; infatti l’area al di fuori dalle antiche mura, con le chiese di Santa Maria Maddalena e della SS. Trinità, è contraddistinta da una notevole vivacità di scambi nei vari settori dell’artigianato. Nel 1530 diventano signori di Campobasso i Gonzaga che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana della cittadina; in ogni rione le singole strade sono indicate con il nome dell’attività lavorativa prevalente come ad esempio scarparìe, ferrarìe, oreficerìe (l’attuale Via degli Orefici, ricca ancor oggi di botteghe e negozi di orafi). Signori della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano nel 1638 e successivamente i Carafa. Nel corso del Seicento Campobasso ha un ulteriore sviluppo grazie anche alla vicinanza dei tratturi che favoriscono le comunicazioni con altri centri e l’arrivo di commercianti forestieri.

    Crociati e Trinitari

    La vita cittadina di quel periodo è animata da alcune confraternite delle quali le 2 principali, quella dei Crociati e dei Trinitari, sono in forte contrasto fra loro. Le rivalità nascevano dalla volontà di affermare la supremazia di una classe sociale sull’altra. Diversi e violenti furono gli scontri fra queste fazioni che insanguinarono, per buona parte del secolo, le strade della città. Le due confraternite posero fine alle lotte fratricide solo nel Corpus Domini 1587, con la mediazione di Fra Geronimo da Sorbo. In queste drammatiche vicende si inserisce la tragica storia d’amore tra la crociata Delicata Civerra, e il trinitario Fonzo Mastrangelo, una sorta di Giulietta e Romeo ante litteram documentata da vari testi. Il loro matrimonio, come nella famosa opera di William Shakespeare, viene impedito dalle rispettive famiglie. Fonzo fugge e si arruola nella milizia. Delicata Civerra per il dolore si ammala nella Torre Terzano dove è imprigionata e muore proprio nel giorno in cui le parti avverse fanno pace. Il Mastrangelo, ricevuta la triste notizia della morte dell’amata, abbandona tutto ed entra nell’ordine francescano. Ancora oggi un sontuoso corteo con i costumi dell’epoca rievoca la pace fra Crociati e Trinitari.

    Settecento e Ottocento

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    Piazza Gabriele Pepe
    Il settecento è attraversato da idee nuove e la struttura feudale della società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova classe emergente: la borghesia. Questa ventata di novità arriva anche a Campobasso. Ci sono uomini che, come Francesco de Attelis, Anselmo Chiarizia e Giovan Matteo Japoce, si prodigano in cause contro i feudatari. Molti intellettuali come Giuseppe Zurlo, Giuseppe Maria Galanti, Francesco Longano, Paolo Nicola Giampaolo, sostengono la necessità di superare l’immobilismo economico-sociale provocato dal feudalesimo. Campobasso diviene il cuore pulsante della cultura molisana, in cui trovano rifugio molti intellettuali del tempo come Gabriele Pepe e Vincenzo Cuoco.Alla morte del duca Carafa, Campobasso chiede di riscattare il feudo. Nel periodo che va dal 1728 al 1735 membri della borghesia capeggiano la rivolta. Scoppiano numerosi e cruenti tumulti per sottrarre la città ai feudatari ma solo nel 1742 i campobassani, al prezzo di ingenti sacrifici, riscattano il feudo.

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    Un palazzo del Centro Murattiano
    Nel 1755 Carlo di Borbone re di Napoli concede a Campobasso il rango di città modello. Agli inizi dell’ottocento, in piena età napoleonica, viene istituita la Provincia di Molise e Campobasso, come capoluogo, diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali provocate dal terremoto del 1805, si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello del Musenga e quello di Vincenzo Wan Rescant. Il Musenga immagina l’edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant prevede l’espansione del tessuto urbano intorno ad una sola grande piazza con al centro l‘edificio sede dell’amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è preferito quello del Musenga. La parte nuova della città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle “campère”, così chiamato perché un tempo era occupato dai campi coltivati e dai boschi. Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e moderna, destinata ad una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l’immagine fisica dell’autorità, come prima lo era il castello sui monti”. Le piazze alberate, i viali e le aiuole fanno guadagnare a Campobasso l’appellativo di “città giardino”.

    Novecento

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    Piazza Bernardino Musenga
    (Villa dei Cannoni)

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    Veduta da Piazza della Vittoria
    Nel 1910, infatti, entrò nelle case l’energia elettrica e, a partire dagli anni venti-trenta, vennero realizzate importanti costruzioni: gli edifici per la scuola elementare “D’Ovidio”, la Banca d’Italia e il Teatro Sociale (poi Teatro Savoia), il palazzo delle Poste e Telegrafi, la Camera di Commercio, il Palazzo della G.I.L., il Palazzo di Giustizia, l’Istituto per gli orfani di guerra (attuale sede del Conservatorio musicale) e l’Istituto Tecnico “L.Pilla”. Parallelamente a questa attività edilizia furono tracciate nuove strade e lastricate piazze, costruiti marciapiedi, piantati alberi, innalzati monumenti e fontane. Anche l’iniziativa privata diede il suo valido contributo edificando eleganti palazzi e dotando la città di alberghi, ristoranti, bar, negozi e cinema. Nel 1927 la sede vescovile, con bolla pontificia, venne trasferita da Bojano a Campobasso. La tragedia della seconda guerra mondiale risparmiò Campobasso dalle distruzioni provocate dai bombardamenti alleati. Nei primi anni del secondo dopoguerra la città conobbe una discreta ed armoniosa espansione ma è con l’istituzione della Regione Molise nel 1963 che Campobasso vive una vera e propria rivoluzione. Divenuta capoluogo di regione infatti conosce un notevole incremento demografico ed un conseguente sviluppo edilizio (che porta alla nascita del quartiere CEP nella zona nord della città), essendo sede di importanti uffici regionali e di numerose filiali e agenzie di banche e di assicurazioni. Come era avvenuto agli inizi dell’ottocento la città rinasce grazie alla sua importanza amministrativa. Dal 1982 è sede dell’Università degli Studi del Molise la quale in pochi anni, con le sue facoltà e i suoi numerosi corsi di laurea, è diventata uno dei centri universitari più dinamici del centro-sud Italia. Con la recente apertura del Centro di Ricerca e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Campobasso è una città all’avanguardia internazionale nei settori di diagnosi e di cura di varie branche della medicina come l’oncologia, i trapianti, le patologie cardiache e la medicina ultraspecialistica.

    Origine del nome

    Sull'origine del nome Campobasso ci sono molte ipotesi e poche certezze; tanti sono stati coloro che con i loro studi e ricerche hanno cercato di trovarne il significato. Lo Ziccardi, sulla base di alcune indicazioni storiche di Tito Livio, farebbe risalire il nome della città al fatto che un certo console romano Bassi abbia costruito un campo militare da cui Campus Bassi poi trasformatosi con il tempo in Campobasso. Il Galanti, asserisce che in origine l'abitato fosse diviso in due borghi, uno chiamato Campus de Prata e l'altro Campus Bassus. Il primo insediamento, posto ad una quota più alta, sarebbe andato distrutto e gli abitanti si sarebbero trasferiti nell'altro che avrebbe così dato il nome alla futura cittadina.Secondo il Masciotta, il nome della città deriverebbe da Campus Vassorum, cioè campo dei vassalli. Nel X e XI secolo i vassalli erano coloro che abitavano, essendone soggetti, gli spazi circostanti i castelli del feudatario. Il Gasdia, ritiene più semplicemente che il nome Campobasso sia in rapporto con la sua posizione topografica. Nella sua “Storia di Campobasso” egli afferma: “Chi primo s'affacciò alla conquista di questa regione, dopo l'affaticato salire e discendere e risalire del cammino montuoso, respirò discendendo verso questo minuscolo altipiano prativo. O fossero Bulgari guidati da Alzecone, o Longobardi spoletini o beneventani, o conquistatori della normanna nobiltà, o pacifici monaci di San Benedetto da Norcia che, armati della Regula, del salterio e dei sacri arnesi agricoli risalissero da Santa Sofia di Benevento a ridar vita a questa regione…dissero: ecco il Campo Basso, ecco la località bassa dove pianteremo il bivacco, la dimora, la badia”.


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    Palazzo San Giorgio

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    Castello Monforte

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    Torre Terzano

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    Cattedrale della Santissima Trinità


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    Chiesa di San Bartolomeo

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    Chiesa di Santa Maria Maggiore
    Chiese
    • Cattedrale della Santissima Trinità
    • Chiesa di San Giorgio
    • Chiesa di San Bartolomeo
    • Chiesa di San Leonardo
    • Chiesa di Santa Maria della Croce
    • Chiesa di Sant'Antonio Abate
    • Chiesa di Santa Maria della Libera
    • Chiesa di Santa Maria Maggiore (Santuario di Maria Santissima del Monte)
    • Chiesa di Santa Maria De Foras
    • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
    • Chiesa di San Giovannello


    Chiesa Valdese

    La Chiesa evangelica valdese, nata da un movimento popolare di povertà e libera predicazione del XII secolo, nel 1532 aderisce alla Riforma protestante. In seguito a sanguinose persecuzioni, dal XVI secolo i valdesi sopravvivono nelle Valli del Piemonte finché, ottenuti i diritti civili nel 1848, si diffondono in tutta Italia. Dal movimento evangelistico di alcuni “colportori” (diffondevano la Bibbia nei paesi), sono sorte diverse comunità protestanti, e nella nostra regione abbiamo la presenza valdese a Campobasso, San Giacomo degli Schiavoni, a Guglionesi, a Pescolanciano e in altri comuni a confine con l'Abruzzo. A Campobasso è possibile datare la nascita di una chiesa valdese alla fine dell'Ottocento per l'opera di Liborio Coppola, ingegnere ferroviario. Lo sviluppo della comunità è certamente legata ad alcune figure pastorali, ma in particolare vi è da ricordare l'opera di alcuni fratelli della chiesa i quali operarono per far conoscere la Bibbia e la libertà di una fede genuina a molte famiglie in città e nelle campagne. Nel 1963 la chiesa è presente in via Cavour con un locale per il Culto e le assemblee oltre ad un locale per attività sociali e di incontro fraterno. La caratteristica di questa Chiesa è la sua passione per la predicazione della Parola di Dio e per il dialogo con la città attraverso iniziative culturali e sociali.

    Palazzi
    • Palazzo San Giorgio (Sede del Municipio)
    • Palazzo Magno (Sede della Provincia)
    • Convitto Nazionale Mario Pagano
    • Palazzo della Banca d'Italia


    Architetture militari
    • Cinta interna di mura fortificate
    • Torre Terzano
    • Torre San Mercurio
    • Cinta esterna di mura fortificate
    • Porta Santa Cristina (Porta Mancina)
    • Torre dei Petitti
    • Torre dei Presutti
    • Porta Sant'Antonio (Porta della chiaia)
    • Torre dei baroni Pettini
    • Porta San Paolo (Porta di Rosa)
    • Torre dei Ferrante
    • Porta Santa Maria della Croce - non più esistente
    • Porta San Nicola (Porta Nuova)
    • Torre dell'abate Ginetti
    • Porta San Leonardo (Porta della piazza/Porta del borgo) - non più esistente


    Aree naturali
    • Parco della Via Matris
    • Parco San Giovanni
    • Bosco Faiete


    Villa de Capoa

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    Sentieri a Villa de Capoa

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    Scorcio a Villa de Capoa
    La settecentesca “Villa de Capoa”, recuperata con un accurato progetto, è uno dei luoghi più suggestivi della città. Il parco, adiacente all'ex convento di Santa Maria delle Grazie, fu fatto costruire nel cinquecento da Andrea De Capoa. Svolse per circa due secoli la funzione di riserva delle erbe che i monaci del convento utilizzavano per la creazione di medicinali naturali. Nel Settecento fu acquistato da privati e riorganizzato in parco vero e proprio. Infine nell'Ottocento la contessa Marianna de Capoa lo donò alla città. Il giardino è all'italiana, ricopre un'area di quasi 16.000 mq. Il viale principale, va dall'ingresso ad una piazza; in essa sono collocate una fontana e una piattaforma circolare, usata per allestire spettacoli. In altre zone del giardino vi sono un labirinto di siepi e una rotonda delimitata da quattro aiuole, in cui, nel 1929, sono state impiantate delle sequoie. Ad arricchire i suggestivi sentieri vi sono sculture mitologiche, archi di pietra o di siepi, un sarcofago di fine Quattrocento, un pozzo, panchine in pietra e una grotta.L'ingresso principale, con il pregiato cancello in ferro battuto, si affaccia su piazza Savoia. Le specie vegetali presenti sono varie e degne di attenzione: alte sequoie, possenti cedri del Libano, eleganti cipressi, abeti rossi, profumati tigli continuano ad avere una funzione non solo ornamentale: sono la testimonianza della cultura, del gusto e dell'arte di coloro che tanti anni fa hanno realizzato questo gioiello. Da qualche anno all'interno del parco è presente un impianto per praticare tennis, con diversi campi coperti e scoperti, in cui viene annualmente organizzato il torneo internazionale femminile di tennis del circuito ITF Women's Tour nominato "Regione Molise" il cui premio in palio è di 25.000 $.

    Teatro Savoia

    Sull'area dove precedentemente era stato eretto il Teatro Margherita venne costruito, negli anni venti, il corpo edilizio che comprende l'attuale Teatro Savoia, chiamato in un primo tempo “Teatro Sociale”. L'inaugurazione avvenne nel 1926 con la rappresentazione dell'opera lirica “Tosca” di Giacomo Puccini. Sulla platea, a forma di ferro di cavallo, si affacciano quattro ordini di palchi, raggiungibili mediante due scalinate che si diramano dal foyer. Il palcoscenico, separato dalla platea dal golfo mistico, ha una capienza per quaranta orchestrali. All'interno del teatro si possono ammirare gli affreschi realizzati da Arnaldo De Lisio che rappresentano scene di vita quotidiana e luoghi caratteristici di Campobasso e del Molise. Di notevole suggestione è l'affresco “il Trionfo dei Sanniti” che copre l'intera volta della platea. Interessanti sono anche le opere in ferro battuto realizzate dall'artista campobassano Giuseppe Tucci. Nel 2002, con un'esemplare opera di restauro, il teatro è stato restituito alla città tornando ad essere uno dei centri di aggregazione culturale più amati. Da alcuni anni è gestito da una fondazione che ha come direttore artistico Fabio Poggiali.


    Altri teatri

    • Teatro Provinciale Savoia
    • Grandi Magazzini Teatrali
    • Dopolavoro Ferroviario
    • Cinema-Teatro Ariston


    Turismo

    Il territorio del capoluogo del Molise offre al visitatore scenari storici ed ambientali di prima qualità. Da Campobasso possono essere facilmente raggiunte le più importanti stazione sciistiche dell'Appennino: Campitello Matese, Capracotta, Roccaraso. Per chi ama la natura importanti sono l'Oasi del WWF di Monte Mutria, l'Oasi della LIPU di Casacalenda, il massiccio del Matese, la riserva di Collemeluccio con le sue estensioni di boschi di abete bianco, la riserva di Montedimezzo ed il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ricchissimo sia dal punto di vista floreale e soprattutto faunistico per la presenza dell'orso bruno, del camoscio, del lupo, del cervo e della lince. Per gli amanti della storia da non perdere l'area archeologica di Saepinum con i suoi monumenti e quella di Pietrabbondante con il suo teatro sannitico. Per quanto riguarda il turismo religioso da non perdere sono la chiesa di Santa Maria della strada in agro di Matrice a pochi chilometri dal capoluogo, la chiesa di Santa Maria del canneto sulle sponde del fiume Trigno, il Santuario dell'Addolorata, patrona del Molise, a Castelpetroso e l'Abbazia di San Vincenzo al Volturno.
     
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