Previsioni meteo

01/10/2011 -

L'estate prolungata regala un verde «primaverile»
È il settembre del caldo record. Record per il Nord Italia, dove da 150 anni non si registravano temperature così alte. E, in particolare, primato per Torino: bisogna addirittura risalire al 1753 - ben 258 anni fa - per trovare temperature simili.

Dopo una partenza con il piede sbagliato, questa estate sembra non voler finire più: se in Liguria tornano a fiorire i ciliegi, di certo non si sta peggio in altre parti d’Italia dove i dehors sono presi d’assalto, le fontane diventano oasi di refrigerio e gli stabilimenti balneari si contendono le frotte di turisti che affollano ancora le spiagge.

Insomma, la solita cartolina di fine estate, quella che regalava il ritratto di città deserte la sera e ombrelloni smontati in tanti stabilimenti balneari, almeno per quest’anno, è da dimenticare.
Una seconda «bella stagione» imprevista, tanto che in Puglia si cerca di trovare l’escamotage per evitare di dover tirare giù le serrande proprio oggi, giorno fissato dalla Regione quale chiusura della stagione balneare.

Ed è subito polemica: in molti, tra i gestori dei lidi, chiedono di mantenere gli stabilimenti balneari ancora aperti in questo primo weekend di ottobre. In ogni caso fatta la legge trovato l’inganno: i più determinati, infatti, attaccheranno un cartello all’ingresso della struttura con la scritta «Aperto per la sola attività di elioterapia» per evitare problemi con la scadenza delle autorizzazioni amministrative.

Ma non tutti sorridono. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla rivoluzione nei diversi settori dell’economia, dal commercio all’agricoltura, che il caldo anomalo ha generato. Se da una parte la vendita dei condizionatori ha registrato un’impennata, dall’altra i negozianti di abbigliamento non fanno la danza della pioggia, ma poco ci manca: le vetrine allestite con capi invernali, come stivali e paltò, di certo non sono prese d’assalto. Nessuno, con temperature che sfiorano i 25 gradi, si sogna di andare a provare il piumino all’ultima moda. Ed è comprensibile, visto che tutt’al più la tendenza è quella di non mettere in fondo all’armadio i sandali e le infradito.

Le temperature anomale non possono che andare a incidere anche sulle coltivazioni: oltre all’aumento dei costi che l’irrigazione straordinaria dei campi comporterà per il settore, a preoccupare gli agricoltori sono le cosiddette «pezzature», causate da temperature toppo calde, e di solito poco apprezzate dai consumatori: chi comprerebbe frutta e verdura di forma e colore diversi rispetto a quelle si trovano abitualmente dai fruttivendoli? Difficile rispondere, ma secondo la Coldiretti i prodotti più a rischio sono il radicchio, che difficilmente assumerà una colorazione normale, e la mela, considerata un frutto prettamente invernale.

Anche i tartufi hanno dovuto fare i conti con questa pazza estate. Il caldo torrido non è certo il clima ideale per le «trifole» e la preoccupazione ad Alba e dintorni è palpabile: la qualità del prodotto potrebbe essere condizionata da queste temperature da record, registrate soprattutto al Nord.

Un sorriso arriva invece dalle vigne, dove le alte temperature hanno mandato a ko i batteri e assicurato un’uva di qualità per la gioia dei viticoltori. Intanto, nell’attesa del vero autunno, non resta altro che godersi questi ultimi giorni estivi ricordando però che i virus, proprio a causa di questi sbalzi anomali di temperatura, sono in agguato e 60mila italiani sono già a letto con l’influenza.

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